Dinanzi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la Juventus si è imposta nella finale di Coppa Italia. Con un risultato perentorio e meritato, 2-0, i bianconeri hanno superato una Lazio generosa, mai doma, che ha onorato al meglio il confronto con la finalista di Champions, già lanciata verso la conquista dello scudetto. È stata una vera e propria festa dello sport all'Olimpico, uno spot per il calcio senza eccessi, vero e soprattutto divertente. Gol e bel gioco hanno caratterizzato l'epilogo di una competizione nazionale che per prestigio è seconda soltanto al campionato di Serie A.

La coccarda tricolore resta al petto dei giocatori juventini

Per la Juventus è stata la dodicesima vittoria in una finale di Coppa Italia, senza contare i cinque secondi posti. Nell'albo d'oro, a seguire, Roma, Inter, Fiorentina e Lazio, che dopo la sconfitta contro Chiellini e compagni ha archiviato il terzo secondo posto. La squadra di Massimiliano Allegri potrà continuare a sfoggiare la coccarda tricolore sulle proprie divise. Il tecnico livornese aveva predicato prudenza e umiltà prima della partita, tenendo molto alla conquista del primo trofeo stagionale, quello che da più parti è stato considerato anche il primo atto verso il triplete. Ora all'appello mancano scudetto, che sembra vicino, e Champions, che sa un po' di sogno.

Insomma, una "favola" inseguita da milioni di tifosi juventini.

Una grande prova di forza

Una grande prova di forza, quella sfoderata ieri sera dalla Juventus. In primo piano, ancora una volta, le grosse motivazioni di un gruppo "affamato" di successi, che finora ha seguito con estrema attenzione consigli e suggerimenti di un tecnico che ama far "parlare" i risultati, prima di ogni altra cosa.

Un allenatore che ha saputo resistere anche a momenti di dure critiche, spesso infondate, non rinunciando mai alla coerenza, fatta di scelte e idee. Oggi Allegri può guardare con fiducia ai prossimi impegni. Questa Juve dà la netta impressione di non fermarsi più. Una mentalità "costruita" giorno dopo giorno, impresa tutt'altro che facile nella gestione di un gruppo di fuoriclasse.

I biancazzurri pensano al quarto posto

Il volto tirato di Simone Inzaghi, al triplice fischio finale, ha espresso senza sconti la delusione del tecnico biancazzurro. Sin dalle prime battute della gara, la lazio ha provato a cogliere di sorpresa gli avversari, con giocate rapide, andando più volte vicina al gol, ma con scarsa fortuna. Ora c'è da difendere il quarto posto in campionato - alle spalle di Napoli, Roma e Juve - al quale può ancora arrivare l'Atalanta, attardata di quattro lunghezze. Domenica sera, affascinante partita con l'Inter. I nerazzurri sono chiamati al riscatto dopo quattro sconfitte consecutive, sei nelle ultime sette partite. Ultima fatica della stagione a Crotone.

Formazioni e pagelle della finale

Juventus: Neto 7, Barzagli 6,5, Bonucci 7,5, Chiellini 6,5, Alex Sandro 8, Marchisio 6,5, Rincon 6,5, Dani Alves 8,5, Dybala 7 (77' Lemina 6), Mandzukic 6,5, Higuain 6,5. A disposizione: Buffon, Audero, Benatia, Lichtsteiner, Mattiello, Asamoah, Kean, Sturaro, Leris, Cuadrado. Allenatore Allegri 8.

Lazio: Strakosha 8, Bastos 6 (53' Felipe Anderson 7), De Vrij 5 (69' Luis Alberto 6,5), Wallace 5, Basta 5,5, Parolo 5,5 (20' Radu 5,5), Biglia 6,5, Milinkovic-Savic 6,5, Lulic 5, Keita 6, Immobile 5,5. A disposizione: Vargic, Adamonis, Patric, Hoedt, Murgia, Crecco, Lombardi, Djordjevic, Tounkara. Allenatore Inzaghi 6.

Reti: 11' Dani Alves, 26' Bonucci

Arbitro: Tagliavento di Terni 7.

Note: oltre 65 mila spettatori, ammonito Dani Alves.