"Come spesso capita critico molto mio papà, ma allo stesso tempo lo difendo anche, e sarà così per sempre. Spero che il signor Dani Alves abbia un secondo per leggermi, così avrò modo di spiegargli chi è mio padre". Inizia così l'accorata risposta, via social, di Dalma maradona alle critiche mosse da Dani Alves nei confronti del diez argentino.
Il calciatore brasiliano della Juventus è sempre stato un appassionato comunicatore, prova ne sono gli innumerevoli "cinguettii" con cui delizia i suoi seguaci sui social media, e anche in questa occasione ha lanciato a briglia sciolta i suoi pensieri.
Non pago di essersi attirato le ire funeste dei suoi stessi tifosi, con i fraterni "consigli" a Paulo Dybala, ha pensato bene di aggiungere anche le antipatie provenienti dai fan del pibe de oro. Infatti, in un'intervista rilasciata alla tv brasiliana Sports Interactive, l'ex Barcellona si è così espresso: "Tra Messi e Maradona non c'è paragone, basti pensare a quanti palloni d'oro ha vinto Diego. Eppoi io non sarei affatto orgoglioso di aver vinto un mondiale con un gol fatto con la mano. Da sportivo quale sono non lo posso prendere come esempio da far vedere ai giovani".
Da uomo di sport magari no, ma da calciatore qual è lo juventino dovrebbe essere a conoscenza che il pallone d'oro fino al 1995 veniva esclusivamente dato a giocatori europei.
Dalma Maradona, infatti lo sottolinea in un passaggio della sua lettera aperta quando rivolgendosi ad Alves scrive che "lei si domanda quanti palloni d'oro ha vinto mio padre senza nemmeno sapere che, all'epoca in cui lui ha giocato, i sudamericani non potevano partecipare al premio".
Como lo critico mucho a mi papá , tmb lo defiendo y así será SIEMPRE! Ojalá @DaniAlvesD2 tenga un segundo para leerme! pic.twitter.com/wxkjhDP5OE
— Dalma Maradona (@dalmaradona) 17 giugno 2017
Maradona un esempio da non seguire
Dalmita continua nella difesa dell'adorato padre ricordando al giocatore: "Mio papà non ha mai detto di voler essere preso come esempio dai giovani, anzi ha fatto ammenda per i suoi comportamenti fuori dal campo e ha sempre pagato in prima persona per i suoi errori.
Inoltre lei dice che non proverebbe orgoglio a vincere un campionato mondiale con un gol del tutto irregolare, ma forse non ha avuto la possibilità di vedere il secondo gol che ha fatto in quella stessa partita". Come darle torto? in quell'occasione l'asso argentino con quell'indimenticabile prodezza di 60 metri, che rimarrà scolpita nella storia del Calcio, fece assolvere non solo la sua mano de dios, ma ogni gol fatto di mano da tutti i giocatori del mondo.