Dal 1° luglio 2017 lo Juventus Stadium non si chiamerà più così, ma assumerà il nome di Allianz Stadium. La multinazionale tedesca, infatti, si è accordata con la Sportfive-Lagardere (la precedente titolare dei naming rights), corrispondendole 15 milioni di euro, pagabili in 5 anni con rate da 3 milioni ciascuna.

La Juve ci guadagnerà?

La Juventus non avrà alcun ricavo aggiuntivo, perché il precedente accordo con la Sportfive-Lagardere (del 2008) prevedeva un importo minimo di 75 milioni per i naming rights sul nuovo stadio a partire dall'inaugurazione, e per i successivi 12 anni: di questi soldi, ben 42 milioni sono stati incassati nell'esercizio 2010-2011, mentre i restanti 33 sono stati pagati in rate semestrali.

Dunque, i 15 milioni che Allianz verserà, andranno proprio all'impresa francese per coprire, almeno in parte, i costi rimasti. Di conseguenza, il club bianconero da questa operazione non trarrà alcun beneficio economico sul breve periodo, almeno finché non rinnoverà gli accordi nel 2023.

Allianz Stadium

Con quest'accordo, la multinazionale Allianz entra nel mercato dei naming rights italiani, dopo aver portato a termine operazioni simili in Germania, Inghilterra, Francia, Australia, Brasile ed Austria. Molti tifosi, probabilmente, pensano che questo potrebbe essere il primo passo verso l'ingresso di nuovi capitali mondiali nel nostro movimento sportivo, ma in realtà non è così. L'ostacolo principale, nel nostro Paese, è legato al fatto che gli unici club, in Italia, che hanno la piena gestione degli impianti sportivi sono soltanto tre: oltre alla Juventus ci sono il Sassuolo (legato alla Mapei che dà il nome allo stadio ed è il main-sponsor della squadra), e l'Udinese che ha già un accordo con Dacia.

Tuttavia, ci sono altre società che stanno provando a muoversi sul fronte della gestione-stadi come Roma, Fiorentina e Cagliari, mentre l'Atalanta vorrebbe acquisire l'Atleti Azzurri d'Italia. Ecco perché, prima di cominciare ad ottenere degli introiti con i diritti di denominazione, le squadre italiane devono prima pensare ad avere degli stadi di proprietà.

Il modello tedesco

Basti pensare che nella Bundesliga, ben 14 squadre su 18 hanno hanno ceduto i naming rights per ampliare i rispettivi introiti. Su tutte ci sono il Bayern (che ha stretto un accordo con l'Allianz per 6 milioni all'anno), il Borussia Dortmund (intesa con Signal Iduna per 68 milioni totali), e Schalke 04 (accordo con Veltins per 5 milioni a stagione).

Grazie a queste intese economiche, i fatturati dei club tedeschi sono schizzati sensibilmente verso l'alto. Per tale ragione, anche il nostro campionato dovrebbe adeguarsi, al fine di incrementare i ricavi.