Ormai è andata in questo modo, si è appena conclusa la gara di ritorno fra Italia-Svezia con la nazionale svedese che ha strappato il pass per il mondiale che si terrà in Russia nell'estate 2018, mentre per la prima volta dal 1958 l'Italia non disputerà il campionato mondiale di Calcio; questo fallimento, perché di fallimento si tratta, è il punto più basso del calcio italiano fin dai tempi di Zambia-Italia 4 a 0 delle Olimpiadi di Seoul del 1988, ma ora che la partita è finita cosa ne sarà della nazionale?

Gli addii

Le due gare con la Svezia sono state probabilmente le ultime per molti campioni della vecchia guardia come Gianluigi Buffon, che ha annunciato l'addio alla nazionale subito dopo la fine dell'incontro di ritorno, Andrea Barzagli che si avvia sui 36 anni e difficilmente sarà parte integrante della prossima nazionale, Daniele De Rossi che anche lui vista l'età e il suo ruolo nella Roma potrebbe scegliere di abbandonare la nazionale di calcio visto che nel 2020 avrebbe 37 anni e forse anche per Giorgio Chiellini che compirà 34 anni il prossimo agosto; sicuramente è stata anche l'ultima partita allenata da CT da Giampiero Ventura e forse anche della sua carriera, nonostante questi addii dolorosi degli ultimi reduci del Mondiale 2006 l'Italia è l'ultima nazionale che ha completato il processo di "cambio generazionale" che molte nazionali avevano già intrapreso (la Spagna, la Germania, l'Inghilterra), che porteranno in campo i vari Caldara, Romagnoli, Donnarumma, Perin, Baselli, Gagliardini sperando che da giovani di belle speranze si trasformino in futuri campioni.

Perché?

Ci sono svariati motivi per il fallimento di queste qualificazioni, si è cominciato con un girone con la Spagna che ha quasi condannato fin da subito la nazionale azzurra a considerare gli spareggi come strade per arrivare in Russia, il 3-0 subito a Madrid ha di fatto annientato a livello mentale la squadra con una confusione che ha poi portato al 1-1 con la Macedonia, la sconfitta di Solna è stata una doppia beffa in quanto la Svezia ha vinto con il "catenaccio" contro i maestri di questa arte calcistica che è andata perduta nel tempo, un'inizio di ritorno con i fischi all'inno svedese che sono uno schiaffo in faccia al calcio, una gara giocata con grande vigore, sudore e forza di volontà che non è bastata per segnare un gol in 180 minuti; non si può incolpare nessuno né l'allenatore, la squadra o la federazione in quanto la colpa è in parte di tutti, nessuno escluso, l'unica opportunità è ripartire da questa delusione e cercare di riprendersi.

Le nuove opportunità

Nel "Cavaliere oscuro" di Nolan, Bruce Wayne dice ad Harvey Dent: "La notte è più buia subito prima dell'alba."; questo è il nostro punto più oscuro e nero da ormai molto tempo e si deve ripartire da questa eliminazione, si deve cambiare qualcosa non solo il CT ma un intero modo di pensare che per troppo tempo è stato ancorato al nome ITALIA, bisogna tornare alle origini, anche alla tattica del catenaccio e contropiede, dare spazio ai giovani e vedere se saranno all'altezza dell'ultima grande Italia del 2006; bisogna vedere se Donnarumma sarà come Buffon, se Caldara come Barzagli, se Verratti come Pirlo, se Belotti sarà come Toni perché se non abbiamo il coraggio di osare ora non oseremo mai più, probabilmente sbaglieremo ma da questi sbagli si costruirà qualcosa e magari non si vedrà più un'eliminazione prima della fase finale di un campionato Mondiale o Europeo.