Salvezza per liberarsi per sempre dalle polemiche o grande illusione? La linea sottilissima che divide i due destini della var è la stessa che solca gli animi degli appassionati di Calcio. Cosa ne sarà del futuro del gioco più seguito del mondo dopo che la moviola in campo sarà realtà? Uno dei temi più dibattuti nella storia dei talk show calcistici, in tv o più (o forse meno…) prosaicamente al classico bar, sarà davvero cestinato per sempre, almeno in Italia, a partire dalla prossima stagione?

Var: l’Italia è pronta

Ai posteri l’ardua sentenza.

Perché se è vero che in nessun altro paese al mondo come il nostro si discute di arbitri, spesso preventivamente (si pensi agli articoli di mezza settimana sulle designazioni, senza paragoni con il resto d’Europa) e a sproposito, è chiaro che l’annuncio del presidente dell’Aia Marcello Nicchi riguardo la volontà dell’Associazione Arbitri di anticipare già a partire dal prossimo agosto l’introduzione della Var in Serie A, con un anno di anticipo rispetto al secondo di prova fissato agli albori del progetto, fa sperare molti e disperare altrettanti. Perché se poi non ci si può neppure aggrappare più agli errori di chi fischia o sbandiera, quali alibi si potranno utilizzare per giustificare una sconfitta?

Var: istruzioni per l’uso

Scherzi a parte, le prime prove di Var non sono state incoraggianti. E neppure le ultime, se davvero il meccanismo verrà adottato in via ufficiale tra poche settimane. Si pensi all’amichevole dello scorso agosto tra Italia e Francia a Bari, quando l’arbitro Kuipers abusò del mezzo, chiedendo consulto al mezzo televisivo ad ogni piè sospinto: falli di mano a centrocampo e non, rigori sì o no.

Così non va(r), non può andare. In primo luogo perché a quel punto tanto vale mettere direttamente la moviola in campo, quella vera, con l’arbitro centrale, e non colleghi in un pullmino, a guardare e riguardare l’azione prima di confermare o smentire una decisione. Non si può perché così sarebbe un altro sport, ci si fermerebbe di continuo e andrebbe introdotto il tempo effettivo?

Ok, troppe cose impossibili, ma allora si disciplini l’arbitro a chiedere aiuto solo per i casi che lo consentono a livello di regolamento: rigori, espulsioni e simulazioni.

Altro che panacea di tutti i mali…

In ogni caso, che non tutto possa tornare ce ne siamo accorti durante il Mondiale Under 20 in corso di svolgimento in Corea del Sud, prima manifestazione ufficiale Fifa nella quale la Video Assistant Referees è stata adottata. Con risultati alterni, perché se nella prima fase, per stare all’Italia, il rigore concesso all’Uruguay nella gara inaugurale è stato giustamente decretato grazie alla “retromarcia”, che ha permesso all’arbitro di ravvisare il fallo di Scalera, gli azzurri sono invece usciti scornati da quanto avvenuto nel quarto di finale contro lo Zambia.

Il riferimento è ovviamente al cartellino rosso sventolato a Pezzella al 42’ del primo tempo e alla confusa azione che ha portato all’assegnazione, e poi alla revoca, di un rigore agli africani. Se la Var ha permesso di derubricare la decisione da rigore a punizione (Chilufya era caduto in area, dopo il contatto con il portiere Zaccagno, ma dopo aver subito fuori dall’area il primo fallo, quello di Pezzella), restano dubbi concreti sulla natura stessa della punizione, visto il contatto veniale. Eppure l’intera azione è stata rivista e spezzettata attraverso la Var. Lasciando evidentemente gli stessi dubbi degli attuali contrasti di gioco tanto discussi alle moviole in tv. Forse la rima giusta è tra polemiche e discrezionalità degli arbitri. Che non potrà essere messa in discussione neppure in un pullmino.