Ci sono calciatori che restano indissolubilmente legati ad una prodezza, un gol particolarmente bello o importante le cui immagini scorrono per decenni, anche dopo che il diretto interessato ha appeso le scarpette al chiodo. Questa considerazione è certamente riduttiva per Diego Armando maradona le cui prodezze sono state tantissime. Ma il giorno più incredibile della sua carriera è senza dubbio il 22 giugno del 1986, quando allo stadio di Città del Messico si affrontarono Argentina ed Inghilterrà. Il giorno in cui 'El Pibe de Oro' irrise il mondo e, subito dopo, lo incantò.
La 'Mano de Dio'
Argentina ed Inghilterra si affrontano sotto un sole cocente allo stadio Azteca, sono le 12 in punto a Città del Messico. All'Albiceleste di Carlos Bilardo spetta il compito di tenere alto il blasone del calcio latinoamericano che, il giorno prima, aveva dovuto incassare le eliminazioni del favorito Brasile e del Messico padrone di casa. Il match, oltretutto, ha un preciso significato politico: è la decima volta che le due nazionali si confrontano su un campo di calcio, ma è la prima volta dopo la Guerra delle Falkland del 1982, colpo di coda di un regime morente che costò la vita a 649 argentini e 255 britannici. Teoricamente è la partita della riconciliazione, ci sarà però un guastafeste.
Il primo tempo è tattico ed avaro di emozioni, dopo 6' della ripresa Maradona scatta sulla sinistra ed evita tre avversari, tocca a destra per Valdano il cui controllo non è dei migliori. L'intervento del centrocampista inglese Hodge alza il pallone a campanile verso il cuore dell'area, la sfera sta per essere raggiunta da Shilton, ma Diego anticipa il portiere avversario mettendo in rete con un palese colpo di mano.
Come se nulla fosse, il capitano argentino esulta per la rete appena segnata: tutti hanno visto l'evidente irregolarità, tranne l'arbitro tunisino Alì Bennaceur che, tra lo stupore e le proteste degli inglesi, convalida il punto dell'1-0.
Il gol del secolo
Ad essere sinceri, Maradona non è nuovo a queste 'furbate'. Poco più di un anno prima, la 'Mano de Dio' era andata in scena allo stadio 'Friuli' nella sfida Udinese-Napoli, terminata 2-2 e pareggiata dai partenopei grazie ad un beffardo 'tocco' del fuoriclasse argentino su una conclusione di Bertoni respinta dalla traversa.
Ad ogni modo, dopo aver mostrato il suo lato 'poco sportivo', Diego Armando Maradona si rivela al mondo con tutto il suo genio. Sono trascorsi 4' dal primo gol, quando riceve palla prima del cerchio di metacampo. Con un incredibile gesto tecnico si gira, liberandosi di Beardsley e Reid, e scatta in una veloce progressione con la palla incollata al piede, evita Butcher e Fenwick, entra in area, evita anche il portiere e deposita in gol resistendo al ritorno di Butcher. Un boato fa esplodere l'immenso stadio messicano, i tifosi argentini non credono a propri occhi. Fu difficile, sul momento, commentare una simile prodezza. A mentre fredda ci si rense conto di aver assistito a qualcosa destinata a durare per sempre, una sorta di Colosseo o Tour Eiffel del calcio.
Il gol del secolo, il più bello di sempre, uno di quelli mandati in onda (ed oggi in Rete) migliaia e migliaia di volte. L'Argentina vincerà 2-1 quella partita (di Lineker il gol inglese della bandiera) e la rinconciliazione con gli inglesi non ci sarà, perché i bianchi di Albione ricorderanno sempre la 'Mano de Dio' e non la magia successiva. Da quel momento Argentina-Inghilterra sarà sempre una partita densa di tensioni e, certamente, non per colpa della Falkland. Diego Maradona farà altre prodezze in quel Mondiale e consegnerà all'Argentina il secondo titolo iridato.
Trentuno anni dopo
Oggi, 31 anni esatti da quel giorno, è piacevolmente nostalgico rivedere Argentina-Inghilterra del 1986. Era un calcio già moderno, ma ancora umano.
Un calcio che oggi non c'è più, anche perché non c'è più un Diego Maradona a calcare un campo verde e, sebbene il calcio abbia conosciuto la fioritura di nuovi campioni, nessuno è paragonabile a Diego. Quei 4' dello stadio Azteca raccolgono l'incredibile parabola di un uomo il cui genio era pari alla stregolatezza, l'astuta 'disonestà sportiva', il capolavoro che entra nella storia, il gol che emoziona i tifosi e rende gli occhi lucidi, ancora oggi. Ci sono calciatori che restano legati ad una prodezza, Maradona è molto di più: lui è legato indissolubilmente alla storia del calcio perché è stato capace di scriverla e riscriverla praticamente ad ogni tocco di palla.