Una delle caratteristiche della stampa sportiva italiana, ormai da molti anni, è quella di sollevare polveroni che, spesso e volentieri, finiscono per essere risucchiati. Se poi la squadra in questione è l'Inter, il polverone è quasi d'obbligo: i nerazzurri finiscono nell'occhio dei ciclone quando vincono ed a maggior ragione quando attraversano cicli meno fortunati. Così, se una squadra si interessa ad un giocatore dell'Inter, parlare di mal di pancia del diretto interessato diventa quasi obbligatorio. In realtà nessuno di noi è all'interno dello spogliatoio interista e nessuno è stato nella testa di Ivan Perisic in questa calda estate, trascorsa in buona parte - secondo alcuni molto presunti bene informati - con le valigie in mano.

Ora le valigie sono state disfatte e possono aspettare almeno fino al 2022: l'esterno croato ha infatti sottoscritto il rinnovo di contratto fino al 30 giugno dell'anno suddetto ed il suo ingaggio annuale salirà a 4 milioni di euro più bonus. Dopo Mauro Icardi, pertanto, Perisic è il giocatore dell'Inter più pagato.

Una telenovela forzata

Il campionato non era ancora terminato quando Ivan Perisic è stato inserito per la prima volta in ipotetiche liste di partenza da parte della stampa specializzata di calciomercato. La sua era una 'cessione necessaria', ovvero la via più semplice per rientrare nei canoni dei fair play finanziario imposto dall'Uefa. La necessità, sovente, impone anche un sacrificio e nel caso specifico avrebbe imposto anche la beffa di lasciar partire un giocatore a prezzo inferiore rispetto a quella che è, a tutti gli effetti, la sua valutazione.

In molti gli hanno fatto la corte, ma quella più serrata è arrivata dal Manchester United, dove l'ex tecnico nerazzurro José Mourinho lo aveva inserito come prima scelta tra i suoi rinforzi ideali per la nuova stagione. L'Inter però è rientrata lo stesso nei paletti Uefa e, pertanto, la cessione di Perisic non è stata più considerata tra le operazioni di mercato necessarie.

Per Spalletti è una 'prima scelta'

In tal senso, sin dai primi giorni della sua nuova avventura sulla panchina dell'Inter, Luciano Spalletti aveva epresso la sua volontà: Perisic si sposa alla perfezione con il suo progetto tecnico-tattico, non era pertanto un giocatore al quale voleva rinunciare. Volontà diventata ogni giorno più forte, quasi un obbligo nel momento in cui è stato chiaro a tutti che i tanti nomi di mercato accostati all'Inter erano più fantacalcio da ombrellone che concreta realtà.

Ne sono state scritte di cotte e di crude: nel momento in cui un problema fisico lo aveva costretto a saltare la seconda delle amichevoli in programma nel fitto calendario estivo nerazzurro, ecco che in tanti lo avevano dipinto come un 'separato in casa'. Perisic vuole Manchester, questo il leitmotiv dello scorso luglio. Intanto Perisic veniva convocato per la tournée in estremo oriente dove sarebbe risultato tra i migliori. Strano, per un calciatore affetto da mal di pancia cronico. Nel frattempo i tentativi da Manchester sono proseguiti, l'offerta si è gradualmente rialzata. L'Inter non ha ceduto di un millimentro ed ha imposto un prezzo da 'prendere o lasciare' che poteva essere ammorbidito soltanto da qualche adeguata contropartita tecnica.

Alla fine il Manchester United ha rinunciato e Perisic è rimasto a Milano, ben contento della scelta. In quel momento si è iniziato a lavorare per il rinnovo, oggi realtà. Alla fine sono pochi gli esterni del suo valore ed è il momento che parecchi interisti si rendano conto dell'importanza della sua conferma. Una conferma, oltretutto, della volontà di Suning di non privare la squadra dei suoi pezzi pregiati. Se l'Inter, certamente confortata dai risultati finora ottenuti, potrà candidarsi al ruolo di anti-juve lo dirà il campo, quel che certo è che sarebbe stata un'Inter meno forte senza quello che, a tutti gli effetti, è uno dei centrocampisti offensivi più versatili e dotati dell'intero panorama calcistico mondiale.