La Nazionale di Gian Piero Ventura non ce la fa a uscire indenne dalla "Friends Arena" di Solna. L'andata dello spareggio contro la Svezia è tutta da dimenticare per l'Italia, al di là del risultato finale. I padroni di casa s'impongono di misura, 1-0. Tanto basta per mandare in visibilio i tifosi gialloblù e per gettare nello sconforto i sostenitori azzurri. Ma non è finita. C'è ancora l'ultimo atto della sfida che consente solo a una fra Svezia e Italia d'approdare a Russia 2018, la fase finale della coppa del mondo, a giugno. Appuntamento a Milano, lunedì sera, in un "Meazza" che si preannuncia gremito in ogni ordine di posto.

Fischio d'inizio alle 20,45, diretta tv su Rai 1. Si tratta veramente dell'ultima "chiamata", senza appello, senza se e senza ma.

La partita di Solna

Svezia in campo con un consolidato 4-4-2, l'Italia torna a un più rassicurante 3-5-2. Fin dalle prime battute, gli svedesi si battono come leoni su ogni pallone, con pressing asfissiante e manovre rapide, passaggi di prima e gioco corale. Gli italiani arrancano vistosamente, ma reggono. L'unico sussulto azzurro nei primi minuti: una conclusione di testa di Belotti si perde a lato di poco. Lo 0-0 del primo tempo sembra stare più stretto all'undici di Jan Andersson. Nella ripresa la musica non cambia: l'Italia fa poco, mentre la Svezia a cresce. A decidere il match di Solna, al 61', un tiro fortunoso di Johansson e una deviazione fatale di De Rossi.

Per Buffon nulla da fare. In svantaggio, l'Italia prova a scuotersi, andando vicina al pareggio con Darmian otto minuti dopo. Esecuzione potente dalla distanza, ma a salvare Olsen c'è il palo alla sua destra. Un lampo nel buio. Deluso chi si aspettava una reazione degna di tal nome, con l'Italia all'arrembaggio. Oltre alle incertezze difensive, emergono i limiti di un centrocampo a corto d'idee e la scarsa vena del reparto offensivo.

Non basta l'inserimento di Eder, quasi alla metà del secondo tempo, al posto di un Belotti sottotono. Il verso della gara non muta neppure dopo l'ingresso di Insigne e l'uscita di uno spento Verratti, a 15' dalla fine. Poco reattivo anche Immobile, una giornataccia per l'attacco azzurro.

Cosa succede in caso di parità

Ora serve una vittoria con almeno due gol di scarto: 2-0, 3-1, 4-2 e così via.

In caso di parità, cioè se la partita si concludesse 1-0 a favore dell'Italia, si andrebbe ai tempi supplementari, da 15 minuti ciascuno, e se necessario ai calci di rigore. La Svezia passerebbe anche perdendo 2-1, in virtù di un eventuale gol segnato in trasferta. Stesso discorso se finisse 3-2 o 4-3. Buffon e compagni sono chiamati all'impresa per evitare che il sogno, perché di sogno si parla adesso, si trasformi in un assurdo incubo, quello di restare fuori dalla competizione più importante di tutte.

Il programma verso San Siro

Archiviata la sconfitta in terra svedese, stamani, intorno alle 11,45, la Nazionale torna a casa con un volo da Stoccolma. Arrivo a Milano Malpensa previsto dopo tre ore, alle 14,40 circa.

Poco dopo il trasferimento al Centro sportivo Suning di Appiano Gentile. Alle 16 seduta d'allenamento. Azzurri impegnati a faticare anche domenica 12. Dopo la conferenza stanpa del ct Ventura e di un calciatore, alle 13,45, un altro allenamento, aperto alla stampa nel primo quarto d'ora. Poi relax e massima concentrazione in vista dell'impegno di San Siro.

Il tabellino

SVEZIA: Olsen; Krafth (82' Svensson), Lindelof, Granqvist, Augustinsson; Claesson, Larsson, Ekdal (56' Johansson), Forsberg; Toivonen, Berg (73' Thelin).

ITALIA: Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva, Parolo, De Rossi, Verratti (75' Insigne), Darmian; Belotti (64' Eder), Immobile.

ARBITRO: Cuneyt Cakir (Turchia).

RETE: 61' Johansson.

NOTE: Circa 50 mila spettatori, ammoniti Berg al 2' e Verratti al 29'.