Indubbiamente la FIFA tifa Italia. La mancata qualificazione degli azzurri ai Mondiali di Russia 2018 costerebbe cara anche ai vertici del calcio internazionale, se consideriamo che l'assenza di una delle 'grandi' per blasone e bacino di utenza comporterebbe una perdita economica stimata approssimativamente intorno ai 100 milioni di euro. A dettare le regole e muovere l'economia del calcio sono, ovviamente, i diritti televisivi e quelli del Campionato del Mondo hanno una sostanziale differenza rispetto ai tornei nazionali o le coppe europee: il prodotto trasmesso in chiaro vale molto di più.

Il danno economico in cifre

Le partite dell'Italia in Tv sono seguite generalmente da 8-12 milioni di spettatori, ma in occasione dei Mondiali si arriva fino a 20 milioni. In tal senso l'Ansa ha contattato numerose fonti televisive qualificate: calcoli alla mano la perdita della FIFA in caso di mancata qualificazione degli azzurri è stimata in circa 100 milioni di euro. Tre anni fa, in occasione dei Mondiali in Brasile, la FIFA aveva incassato più o meno 180 milioni dal mercato italiano per quanto riguarda i diritti Tv tra Rai e Sky. Secondo i patron delle maggiori emittenti, in un Mondiale senza l'Italia sarebbe estremamente difficile andare oltre gli 80 milioni. Fermo restano che i diritti TV per l'Italia (ad occuparsi della vendita per conto della FIFA e la 'M&P Silva') sono ancora da assegnare.

Igenti danni economici anche per la FIGC

Inutile sottolineare quanto un'eliminazione nelle qualificazioni costerà carissima alla Federcalcio Italiana, non solo sotto il profilo dell'immagine. I Mondiali di Russia 2018 saranno i più ricchi di sempre, c'è una mega-torta di oltre 340 milioni di euro da spartire per tutte le 32 Nazionali qualificate, a partire da 1 milione e 200 mila euro per la sola presenza alla fase finale.

Superare la fase a gironi equivale a 7 milioni, mentre la qualificazione ai quarti ne vale più di 15. Vincere la Coppa del Mondo ha un valore economico di 32 milioni e mezzo di euro, sono 24 quelli per la finalista. Insomma, l'Italia sarebbe fuori da questo tourbillon economico. A conti fatti, dopo aver vinto il titolo nel 2006 e con gli introiti che si sono alzati vertiginosamente nelle ultime due edizioni dei Mondiali, le eliminazioni precoci dopo sole tre gare sia nel 2010 che nel 2014 sono costate piuttosto care alla FIGC anche in termini finanziari.

Conseguenze anche per l'erario

La Federazione ha stipulato accordi con almeno venti aziende per complessivi 43 milioni, soltanto lo sponsor tecnico Puma ne dà circa 20 di parte fissa fino al 2022. Un flop contro la Svezia e, dunque, la mancata partecipazione alla fase finale sarebbe un colpo da k.o. per il potere contrattuale esercitato dai vertici del calcio italiano ed anche un ingente danno pratico. Uno dei punti di forza del merchandising azzurro è rappresentato, ad esempio, dalla vendita delle magliette dalle quali sono stati incassato oltre 2 milioni e 700 mila euro nel 2014. Le vendite in tal senso calerebbero ai minimi storici in vista di un Mondiale senza l'Italia. In ultimo, è prevedibile un danno non indifferente per il Fisco se consideriamo che il gettito prodotto dalle giocate sulle partite dell'Italia è di circa un milione di euro. Insomma, l'eliminazione degli azzurri peserebbe anche sulle casse dell'erario.