Il Perù prenderà parte alla fase finale dei Campionati Mondiali di calcio 2018 perché è un diritto che si è guadagnato sul campo. I giocatori italiani li guarderanno dalla TV, perché hanno meritato di restare fuori dalla kermesse. Il verdetto del campo è questo, anche se eventuali decisioni del parlamento di Lima avrebbero potuto metterlo a rischio. Ma quella che, in queste settimane, è stata gonfiata a dismisura tramite i social network da parte di molti tifosi italiani che proprio non si rassegnano all'eliminazione degli azzurri, era comunque un'ipotesi lontana.

Ora non esiste più.

Non ci saranno ripescaggi

La questione di una possibile escusione della Nazionale sudamericana che, tra l'altro, tornerà a disputare l'atto conclusivo di un Mondiale dopo 36 anni, era stata sollevata a causa di una proposta di legge che avrebbe previsto il passaggio della Federcalcio peruviana sotto il controllo diretto del governo. Un vincolo severamente vietato dalla FIFA che poteva davvero sancire l'esclusione degli andini da ogni competizione internazionale. Con una squadra in meno, i vertici del calcio mondiale avrebbero quasi certamente provveduto a ripescare una tra le Nazionali escluse e visto che questo sarebbe avvenuto con criteri discrezionali, l'Italia era tra quelle in prima fila.

Ma quella proposta di legge è stata prudentemente ritirata.

Le parole di Paloma Noceda

La prima firmataria della proposta era la parlamentare Paloma Noceda. La stessa deputata del parlamento di Lima ha fatto sapere alla stampa del suo Paese e tramite le sue pagine social l'intenzione di ritirare il documento. La spinta di questo passo indietro arriva proprio dal rischio che avrebbe corso la Nazionale guidata da Ricardo Gareca, motivo per cui il disegno di legge aveva avuto parecchi contrasti anche all'interno di Fuerza Popular, il partito della Noceda.

"Con grande sforzo abbiamo ottenuto il diritto di essere al Mondiale - scrive in un tweet Paloma Noceda - e pertanto abbiamo deciso di ritirare il progetto". La frase termina con l'hashtag #Perualmundial.

Sperava anche il Cile

In realtà l'Italia non sarebbe stata l'unica Nazionale in odore di ripescaggio in caso di esclusione del Perù.

Se è vero che i criteri di tale eventualità sarebbero stati a totale discrezione della FIFA e che, dunque, avrebbero potuto premiare gli azzurri in virtù del blasone, è altrettato vero che tale discrezionalità poteva essere comunque dettata sia dal ranking mondiale che da motivazioni geografiche. Motivo per cui anche la stampa cilena si era interessata al caso, visto che Vidal e compagni rappresentano la prima Nazionale esclusa dalla zona sudamericana che, oltretutto, è anche la prima del ranking (10° posto) tra le rappresentative che non prenderanno parte a Russia 2018.

Non ci sono precedenti Mondiali

Non esiste alcun precedente relativo ad una Nazionale ripescata alla fase finale di un Mondiale, ma ci sono state delle rinunce: l'Austria nel 1938, la Scozia, la Turchia e l'India nel 1950, casi in cui la FIFA scelse di disputare il torneo senza alcun ripescaggio.

Il precedente citato da tutti è relativo ad un Campionato Europeo, quello del 1992 in cui la Jugoslavia venne esclusa per l'aggravarsi della situazione interna che sarebbe sfociata nella sanguinosa guerra civile. In quel caso l'UEFA scelse di ripescare la Danimarca che era giunta seconda nel girone di qualificazione alle spalle degli slavi: i danesi vinsero addirittura il titolo. La Nazionale italiana, invece, venne ripescata al torneo olimpico di calcio che si disputò ai Giochi di Los Angeles nel 1984 al posto della Cecoslovacchia, così come la Norvegia prese il posto dell'URSS e la Germania Ovest sostituì la Germania dell'Est: tutte rinunce decise nell'ambito del boicottaggio delle Olimpiadi deciso da Mosca e dai Paesi aderenti al Patto di Varsavia.