L'attaccante della nazionale peruviana Paolo guerrero è stato sospeso cautelativamente dalla Fifa per essere risultato positivo ad un controllo antidoping. La vicenda risale a circa un mese fa, al termine dell'incontro di qualificazioni ai Mondiali tra Argentina e Perù, disputato a Buenos Aires. L'esperto attaccante, per il momento, è stato sospeso per 30 giorni, ma rischia una squalifica molto più lunga. Una brutta tegola per la nazionale sudamericana che proprio nei prossimi giorni sarà impegnata nel doppio spareggio contro la Nuova Zelanda la cui vincente approderà a Russia 2018.

La stampa peruviana parla di un metabolita della cocaina

Ancora non si sa nulla di ufficiale circa la sostanza che ha causato la positività di Paolo Guerrero. Fino a ieri sera l'ipotesi circolata maggiormente era quella della cannabis. I media peruviani, però, non fanno accenno a questa ipotesi. Sul sito di uno dei maggiori quotidiani del paese sudamericano, El Comercio, che a sua volta riprende il brasiliano Globoesporte, si parla di benzoilecgonina. Si tratta di un metabolita della cocaina, vale a dire di una sostanza che l'organismo umano produce a seguito della trasformazione della cocaina in una molecola meno tossica.

Prima di giungere a conclusioni affrettate, però, bisogna sottolineare che vari esperti sostengono che la presenza di benzoilecgonina non è necessariamente un segnale dell'assunzione di cocaina.

La sostanza può essere rilevata anche in seguito a determinati trattamenti medici. Proprio prima della partita con l'Argentina, Guerrero era stato colpito da una forte influenza. Qualora nel corso dei 30 giorni di sospensioni venga accertato che la presenza della sostanza nelle urine del capitano peruviano fosse dovuto ai medicinali assunti per contrastarla, la squalifica potrebbe essere evitata.

Paolo Guerrero, l'anima del Perù

Come detto in apertura, questa sospensione costerà a Guerrero le due partite contro la Nuova Zelanda, valide per i playoff di qualificazione ai Mondiali. Tra una settimana la nazionale biancorossa sarà infatti chiamata ad un vero e proprio appuntamento con la storia, visto che manca dalla competizione iridata dal 1982, quando affrontò anche l'Italia.

La notizia ha avuto l'effetto di una vera e propria bomba mediatica in Perù. Guerrero non è un giocatore qualsiasi, ma il capitano e l'anima della nazionale allenata dal ct argentino Gareca. Tutto questo grazie alla sua grande esperienza internazionale maturata nel corso della sua lunga carriera. Il trentatreenne attaccante, infatti, dopo gli esordi nell'Alianza Lima, ha giocato per ben undici stagioni in Bundesliga, prima al Bayern Monaco, dove ha vinto due campionati e due coppe nazionali, poi all'Amburgo, dove è rimasto sei anni.

Successivamente Guerrero si è trasferito in Brasile, dove ha continuato a raccogliere successi con le maglie di Corinthians e Flamengo. Con la squadra di San Paolo ha anche trionfato nel mondiale per club del 2012, in cui ha segnato il gol decisivo nella finale contro il Chelsea. Guerrero è anche il giocatore che ha segnato più reti nella storia della nazionale peruviana.