192 centimetri per 82 Kg. 22 anni e non sentirli. Sergej Milinkovic savic è meraviglia allo stato puro. E' l'evoluzione della specie calcistica che fonde capacità tecniche e fisiche a livelli sublimi. I tifosi della lazio se lo coccolano e ringraziano quel 25 luglio del 2015 in cui il gigante Serbo rifiutò la Fiorentina al momento della firma del contratto che lo avrebbe legato ai Viola.

L'ambientamento

La squadra di provenienza è il Genk, con la quale ha un ottimo bottino per un centrocampista di 19 anni alle prime apparizioni in prima squadra: 24 presenze e 5 gol sono i numeri stagionali.

Il 6 agosto, dopo una lunga diatriba con la sopracitata Fiorentina, la Lazio se lo aggiudica per circa 9 milioni di euro. L'impatto con una realtà diametralmente opposta a quella belga è "senza infamia e senza lode". Non subito si prende il posto da titolare, ma inizia a dare sfogo ai primi colpi "Milinkoviani". Sergej è un predestinato. Ma il suo destino, evidentemente, non era completamente allineato alla causa della Fiorentina; infatti, dopo la querelle estiva che ha coinvolto la Viola, il primo gol in A del talento Serbo è proprio contro la squadra dei fratelli Della Valle. 1-3 il risultato finale in favore della Lazio. Un gol di potenza e tecnica quello di Milinkovic, tanto per chiarire quanto la Fiorentina si sia lasciata sfuggire, con buona pace di Daniele Pradè, consapevole sin da subito del rimpianto che avrebbe avuto in futuro.

2017, anno della consacrazione

Dopo il primo anno di ambientamento, nella stagione 2016-2017 è pronto a prendersi la Lazio. La consacrazione non tarda ad arrivare. Milinkovic fa capire sin da subito che non ha intenzione di aspettare un altro anno prima di prendersi la scena. I 4 gol in campionato di fine anno non dicono nulla di questo fenomeno.

La capacità di unire le qualità fisiche alle qualità tecniche ha pochi eguali. Sorprende la grande bravura di giocare sempre e solo con la testa alta. Milinkovic è l'incarnazione dell'evoluzione dei centrocampisti moderni. Fisico da cestista, tecnica sopraffina dei migliori trequartisti, capacità d'inserimento in area delle migliori mezz'ali, visione di gioco del miglior regista e potenza fisica dei migliori difensori.

Manca qualcosa? Forse un pizzico di dinamismo in più. Ma la mancanza di grande dinamicità è il modo in cui Dio, probabilmente, ha voluto ricordargli di essere umano. Sa anche uscire palla al piede da situazioni complicate sia con soluzioni personali, sia dialogando con i compagni. Nello stretto si muove come un calciatore di 180 cm nel corpo di uno di 192 cm. Di testa, poi, è devastante: sia in fase offensiva che in fase difensiva è decisivo in questo fondamentale.

Ecco alcuni dei suoi gol, che ne dimostrano la grande versatilità:

In ordine, queste quattro segnature sottolineano: la bravura negli inserimenti in area di rigore, la capacità di leggere l'azione, il colpo di testa e il tiro da fuori.

Al momento, Sergej, sembra avere un solo limite: se stesso. Sa di essere forte, anzi, fortissimo. Questa consapevolezza, però, può essere un arma a doppio taglio: per ora, infatti, pare di vedere Milinkovic camminare su un filo sottile che divide la sicurezza nei propri mezzi alla supponenza. Se sarà capace di mantenersi al di qua della linea, probabilmente ci troveremo di fronte ad uno dei migliori centrocampisti in ottica futura sul panorama internazionale, insieme a Leon Goretzka e pochi altri. In sostanza, solo Milinkovic Savic stesso può fermare Milinkovic Savic e l'ascesa al potere della Milinkocrazia.