Cinque milioni di euro. Tanti (pochi) ne bastarono a Claudio Lotito, il 31 agosto di un anno fa, per accaparrarselo dal Liverpool. La parabola in ascesa di Luis Alberto alla Lazio è racchiusa in poco meno di un anno solare. La scorsa stagione, infatti, soltanto un gol e due assist in appena dieci presenze e 363' minuti totali.
La svolta grazie a Inzaghi
Ben diversa la storia che il 25enne andaluso sta scrivendo in questo primo scorcio di campionato. Dopo la roboante vittoria per 6-1 contro il Sassuolo, infatti, il centrocampista spagnolo conta già 593' giocati, tutti da titolare, conditi da ben tre gol e tre assist e avendo già disputato il totale delle partite del campionato passato.
Nello stesso periodo dello scorso anno, invece, aveva collezionato appena 13', due gare in panchina e altrettante non convocato.
Un'inversione di tendenza spaventosa, che dimostra la grande fiducia nei suoi confronti riposta da Simone Inzaghi. Il tecnico biancoceleste si è di fatto dimostrato caparbio e lungimirante nell'intuire le grandi potenzialità dell'iberico, annesse ad un'ottima qualità tecnica individuale. Quella, per dire, intravista non per caso già nel 2012 dai dirigenti del Barcellona, che decisero di prelevarlo in prestito annuale dal Siviglia per testarne da vicino il reale valore, inserendolo nel florido organico della squadra delle giovanili. Scelta mai più azzeccata, poiché in maglia blaugrana Luis Alberto collezionò 11 gol in 38 presenze, che gli valsero nell'anno successivo il trasferimento (poco fruttuoso) al Liverpool per 8 mlioni di euro con i Reds che, a questo punto, si staranno spellando le mani per la clamorosa minusvalenza.
Tornando al discorso iniziale, il feeling con l'allenatore piacentino è venuto fuori in maniera lampante al momento del secondo gol personale contro i neroverdi, che gli è valso la sua prima doppietta con la lazio. Un lungo abbraccio come ulteriore prova del rapporto ormai consolidatosi tra i due, grazie anche al lavoro svolto quest'estate nel seppur burrascoso ritiro di Auronzo di Cadore.
Una crescita esponenziale, quasi impossibile da prevedere e che potrebbe ben presto giungere alle orecchie di Julen Lopetegui, attuale ct della Spagna. Quello stesso Lopetegui che, nel febbraio 2013, decise di convocarlo e regalargli pochi spiccioli di partita nella vittoriosa amichevole per 3-1 contro il Belgio. Si trattava però dell'Under 21, una nazionale che contava, tra gli altri, dei vari Isco, Morata, Koke, Carvajal e De Gea e che trionfò all'Europeo di categoria soltanto qualche mese più tardi.
La strada per tornare ad indossare la maglia della Roja è ardua, costellata da una concorrenza più che spietata, specie nel suo ruolo. Luis Alberto ne è pienamente consapevole, ma continuando a sfornare prestazioni altisonanti, come quelle offerte sin qui, una porticina per il Mondiale in Russia potrebbe, perché no, clamorosamente aprirsi.