Il Milan di Gennaro Gattuso non avrebbe potuto avere esordio peggiore. E non solo perchè la prestazione non è stata all'altezza di quello che si credeva poteva essere. Per ammissione dello stesso Leonardo Bonucci la squadra non è riuscita a ricevere la scossa che ci si attendeva dal cambio dell'allenatore ed è arrivata l'onta di essere i primi a non battere il Benevento in questo campionato.

Gli unici punti su cui si è potuto assistere ad un timido salto di qualità riguardano il rendimento di calciatori chiave come Kessie e Bonaventura, parsi molto più a loro agio con un modulo più lineare rispetto a quelli che metteva in campo Montella.

Milan: il ruolo di Gattuso

Il Milan in estate sperava che attraverso Montella si potesse creare un progetto che in poco tempo potesse riportare i rossoneri ad alto livello. C'era la consapevolezza che l'allenatore campano potesse essere l'uomo giusto per crescere in maniera proporzionale all'importanza del club. Non è andata come ci si attendeva, perché il traguardo minimo della Champions League oggi è davvero lontanissimo. A sostituirlo è arrivato un allenatore come Gattuso che non ha certo un curriculum idoneo ad allenare un club come quello rossonero.

Oggi l'ex centrocampista sta facendo leva sul suo nome per essere ben accettato da un tifoseria che spera possa trasferire alla squadra lo spirito battagliero che lo contraddistingueva in campo.

Ed inoltre è uno dei pochi che potrebbe trasmettere a chi va in campo il proprio DNA milanista, un dato da non sottovalutare in un club che ha sempre puntato forte sulla propria identità e sul senso d'appartenenza.

Milan: un futuro da scrivere

Il Milan di Gattuso con ogni probabilità durerà fino al termine della stagione. A quel punto sarà tirata una linea e si faranno delle valutazioni.

Ringhio sa di avere una carta importante da giocare e dovessero arrivare buoni risultati potrebbe mantenere il posto, allontanando l'ombra delle ipotesi che lo considerano un semplice traghettatore. Ma occhio alle ultime dichiarazioni di Carlo ancelotti. Ha detto che per ora non vuole allenare la nazionale e che vorrebbe continuare in un club, magari tornando in Italia.

Facendo un rapido inventario: alla Juventus non potrebbe mai tornare dato lo scarsissimo feeling con la tifoseria, allenare la Roma con un Di Francesco che sta facendo molto bene sarebbe un'ipotesi poco percorribile, così come Napoli e Inter sembrano aver trovato in Sarri e Spalletti e trainer affidabili. Cosa resta? Uno degli amori più grandi della sua vita: il Milan.