Non erano trascorse nemmeno 24 ore dall'eliminazione dell'Italia dai Mondiali di Russia, dopo il doppio confronto con la Svezia nei play off della zona europea, ma già qualche testata online alimentava speranze di ripescaggio. In primo luogo ci si è appellati a qualcosa di astruso, riconducibile alla difficile situazione di numerosi Paesi le cui rappresentative si sono qualificate per la fase finale di Russia 2018. La notizia era di quelle che fanno rumore ed è stata ripresa anche da diverse testate importanti, ma ovviamente è stato sottolineato che sperare in una nuova guerra di Corea o nella guerra civile in quache Paese africano era decisamente fuori luogo.

Poi è scoppiato il 'caso Perù' e le possibili ingerenze politiche sulla Federcalcio andina, con la proposta della parlamentare di 'Fuerza Popular', Paloma Noceda, di farla passare sotto il controllo diretto del governo. Se la proposta fosse andata avanti, sarebbe stata una palese violazione del regolamento FIFA ed il rischio di un'esclusione del Perù, al Mondiale dopo oltre trent'anni, sarebbe stata tangibile. Ma la stessa Noceda ha fatto prudentemente retromarcia. Ora il 'caso Spagna' fa più rumore degli altri: in primo luogo perché è il più serio e le 'bacchettate' della FIFA verso una Federcalcio spagnola senza certezze, dopo l'arresto per corruzione di Angel Maria Villar e di altri dirigenti del massimo organo calcistico iberico, sono iniziate la scorsa estate.

Il caos federale era più che evidente, così come lo sono adesso le tentate ingerenze del governo sulla Federazione. Ma da qui ad escludere dal Mondiale una squadra che si è meritata quel posto, umiliando la modesta, presuntuosa e sopravvalutata Italia di Ventura, il passo è molto lungo. Stiamo parlando di una realtà sportiva che ha voce in capitolo in Europa e nel mondo e di una rappresentativa che rientra nel ristretto lotto di favorite per il titolo iridato.

Eppure la questione va risolta o quel rischio minimo di non vedere ai Mondiali le Furie Rosse potrebbe crescere fino alle estreme conseguenze. Ovvio che in caso di esclusione, l'Italia sarebbe in pole position per sostituire gli iberici.

Quel 'pasticciaccio brutto' di corruzione, calcio e politica

Si tratta davvero di un 'brutto pasticciaccio' che mette nello stesso calderone calcio e politica, insieme ad un fatto di cronaca piuttosto grave.

Tutto scaturisce dal blitz della guardia civili che lo scorso luglio ha arrestato Angel Maria Villar, potente 'rey' del calcio iberico addirittura dal 1988, anno della sua prima elezione ai vertici federali. Le accuse nei suoi confronti sono legate a decenni di gestione del 'sistema calcio' in Spagna: si parla di corruzione, appropriazione indebita, falsificazione di documenti in merito all'organizzazione di match internazionali, amministrazione sleale ed occultamento di beni. Le manette sono scattate anche per il figlio del presidentissimo, Gorka Villar, per il vice tesoriere federale Juan Padron e per altre nove persone. Angel Maria Villar è tutt'oggi detenuto ed è stato sospeso da qualunque carica per un anno.

Al suo posto è stato nominato presidente federale ad interim l'ex tesoriere, Juan Luis Larrea. Dinanzi a questa situazione, il Consiglio Superiore dello Sport che dipende esclusivamente dal governo di Madrid, ha chiesto di ripetere le elezioni federali che lo scorso maggio portarono per l'ennesima volta alla riconferma di Villar, una richiesta seguita da un atto ufficiale, quello di presentare ricorso dinanzi al Tribunale Amministrativo dello Sport in merito al risultato elettorale di maggio. Qui la FIFA si è messa di traverso, considerando il provvedimento un'interferenza nell'autonomia della Reale Federazione Spagnola di Calcio.

Le notizie di stampa e le dichiarazioni del governo

Secondo quanto riportato dal noto quotidiano 'El Pais', la Federcalcio iberica ha ricevuto una lettera dalla FIFA con la minccia di pesanti sanzioni in merito alla vicenda appena descritta.

La peggiore delle ipotesi è, ovviamente, l'esclusione delle Furie Rosse da tutte le competizioni internazionali ad iniziare dai Mondiali di Russia. Lo statuto della FIFA è chiaro: "ogni membro della FIFA deve gestirsi in modo indipendente e garantire nello stesso tempo che non ci sia alcuna interferenza da parte di terzi nelle proprie materie". I toni minacciosi da parte dei vertici del calcio mondiale sono stati però smentiti da Inigo Mendez de Vigo, ministro dello sport del governo Rajoy. "Non abbiamo ricevuto una lettera della FIFA che ci avvisa di una possibile esclusione dalla Coppa del Mondo, ma semplicemente una richiesta di audizione per parlare della questione". Toni estremamente patriottici quelli del premier, Mariano Rajoy.

"Nessuno ci escluderà dalla Coppa del Mondo, andremo ai Mondiali e li vinceremo".

RFEF: rabbia, preoccupazione ed una 'frecciata' al governo

La prima reazione dell'attuale presidente federale, Juan Luis Larrea, è stata di estrema rabbia. "Pretendono forse di escludere la Spagna dai Mondiali, ripescando l'Italia? Una cosa assurda, noi quel posto lo abbiamo meritato sul campo", ha dichiarato furente: nient'altro che la verità. Il comunicato ufficiale della Federcalcio iberica usa però toni molto più moderati, confermando che in occasione del sorteggio per i gironi della fase finale di Coppa del Mondo che si è tenuto lo scorso 1 dicembre a Mosca, Larrea ed altri dirigenti hanno avuto una serie di riunioni con i vertici FIFA in cui è stata affrontata la questione.

"La FIFA e l'UEFA - si legge nella nota - hanno esposto la loro preoccupazione per la situazione che sta vivendo la RFEF ed hanno espresso la volontà di fare il punto della situazione al più presto nel corso di un'apposita riunione. Le nostre inquietudini sono state trasmesse sia al ministro dello sport che al segretario di Stato per lo sport. Siamo in attesa che venga fissata la riunione con la FIFA". La Federcalcio, sottolineando che l'obiettivo di tutti è la partecipazione della Spagna ai Mondiali, manda una frecciata nemmeno tanto velata all'indirizzo del governo. "La nostra Federazione è affiliata a FIFA e UEFA e pertanto accettiamo i loro statuti e siamo tenuti a rispettarli, insieme ai loro regolamenti ed alle decisioni degli organismi internazionali".

Quanto all'Italia...

La situazione in Spagna è questa ed è probabile che la FIFA, per il momento, sia spinta soltanto dall'esigenza di vagliare la questione nei minimi dettagli. Ai tifosi italiani che non hanno mai smesso di sperare nel ripescaggio come se fosse una prassi, mentre in realtà non si è mai verificato a livello di Coppa del Mondo (solo una volta a livello continentale, con la Danimarca ripescata agli Europei del 1992 al posto di una Jugoslavia devastata dalla guerra), consigliamo semplicemente di essere realisti. A meno di un vero cataclisma non ci saranno cambiamenti nel tabellone delle squadre qualificate al primo turno dei Mondiali 2018 e la Spagna esordirà nel torneo il 15 giugno del prossimo anno a Sochi, contro il Portogallo.

Quanto all'Italia, l'unica differenza con la situazione federale spagnola è che non ci sono questioni giudiziarie in corso, ma ci si trova con una FIGC senza un presidente e con lo spettro di un commissariamento che non è stato del tutto escluso, nonostante il parere contrario dei presidenti dei club di serie A; con una Lega di serie A commissariata e con una Nazionale senza CT. Insomma, con tante macerie fumanti ed in tal senso l'eliminazione dai Mondiali potrebbe essere un bene, per ricostruire dalle fondamenta un sistema calcio in profonda crisi. Pertanto, guardiamo ai nostri problemi e, soprattutto, lasciamo perdere le chimere di improbabili ripescaggi. Il campo ha sentenziato che, in questo momento, la nostra è una 'Italietta'. Cerchiamo dunque di risorgere con dignità, senza contare su ipotetiche disgrazie altrui per conquistare ciò che non meritiamo.