Questa notte si festeggia la natività di Nostro Signore per i cristiani, mentre per i "pagani" l'arrivo di Babbo Natale che consegnerà sotto l'albero regali in tutto il mondo, mentre ai milanisti porterà tanta rabbia e rimpianti. Mancano due partite alla chiusura del 2017, ma è già momento di trarre i primi bilanci perché, se la partita di Coppa Italia con l'Inter appare dall'esito già scontato dopo la debacle in casa con l'Atalanta (ma essendo una stracittadina non si sa mai), la sfida con la Fiorentina suona da ennesimo spareggio per il sesto posto, obiettivo che avrebbe fatto ridere qualsiasi tifoso rossonero seduto sotto l'ombrellone lo scorso agosto.

I motivi della disfatta milanista non sono facilmente imputabili a qualcuno o a qualcosa, ma di certo ognuno ha le sue colpe: se si guardano le prestazioni in assoluto, il Milan ha giocato anche ottime gare raccogliendo pochi punti. Soltanto con Sampdoria, Lazio e Verona s'è vista una squadra brutta e discutibile, ma nel complesso non si può dire che gli undici in campo non provino a far gioco.

Il mercato estivo

In estate, Fassone e Mirabelli hanno puntato giustamente su un giocatore d'esperienza come Bonucci per la difesa, affiancato da Musacchio, Ricardo Rodriguez e lo sfortunatissimo Conti. Chiunque si ritrovasse a valutare queste scelte, dovrebbe assolutamente fare un plauso alle mosse effettuate nel reparto difensivo, dove l'unica cessione significativa è stata quella di un De Sciglio ormai demotivato e in rotta con la tifoseria.

A centrocampo, invece, emerge il primo problema del Milan, ovvero i doppioni: se in cabina di regia ci si ritrova con Locatelli e Montolivo, a cosa è servito l'acquisto a suon di milioni di Biglia? Invece risulta piuttosto positivo l'ingaggio di Kessiè, ma quando anche lui esaurisce le energie, allora emergono tutte le lacune dell'organico che manca di un incontrista: con troppa fretta quest'estate è stato dato un biglietto di via a Kucka e Poli, senza trovare un degno sostituto.

La coperta nella mediana è troppo corta specie con l'impegno delle coppe, mentre è da valutare anche l'addio di Honda, rimpiazzato con il turco Calhanoglu che, giocando da trequartista, ha faticato e non poco nel 3-5-2 di Montella, e che sta andando in affanno anche nel 4-3-3 di Gattuso, non essendo un esterno d'attacco e nemmeno un interno di centrocampo.

In attacco sta coprendo tutti i ruoli il jolly Borini, che forse non si sarebbe mai aspettato di giocare così tanto con la maglia rossonera, ma di certo non è all'altezza del prestito di Deulofeu ottenuto la stagione scorsa. Inoltre, privare completamente il reparto offensivo di Bacca, trattandolo come un peso di cui liberarsi, a conti fatti non è stata un'ottima scelta. L'attaccante colombiano non è mai andato a genio a Montella, ma nonostante ciò i suoi gol li ha sempre fatti e fatti segnare. Inoltre svendere un giocatore amato dai tifosi come Lapadula, non tecnicamente eccelso ma comunque uomo-spogliatoio, per puntare su una giovane scommessa in prospettiva come Andrè Silva, e al contempo strapagare un deludente Nikola Kalinic è risultato un po' azzardato.

Probabilmente è stato effettuato un acquisto di troppo, mentre con Bacca e Andrè Silva, o Kalinic e Lapadula, il Milan qualche gol in più potrebbe averlo segnato.

Ma con i se e con i ma non si ragiona. L'unica certezza, al momento, è che con le rivoluzioni tecnico-tattiche non si va da nessuna parte: il calcio moderno è fatto di fisicità, ma anche tanto di team-building e di amalgama; non esiste più un campione in grado di vincere da solo le partite pur senza avere una squadra attorno. Del resto, anche i fuoriclasse di oggi come Messi e Cristiano Ronaldo faticherebbero senza Suarez o Bale, o tutto il resto dei fenomeni che compongono le rose di Barcellona e Real Madrid.

L'allenatore

Montella non riusciva più a guidare il gruppo, ma quasi certamente sarebbe riuscito a portare a casa almeno 5 punti in più di quanti ne ha ottenuti finora il "ringhio" rossonero.

Tuttavia ormai la squadra sembrava molle e abbandonata a se stessa: la scossa che ci si aspettava da Gattuso non è ancora arrivata, e ad oggi non si esclude un clamoroso ritorno dell'aeroplanino o l'ingaggio di un altro traghettatore fino a giugno.

Attualmente la posizione di Gattuso appare alquanto scomoda e di difficile comprensione, e anche se tutti i tifosi sono dalla parte dell'ex centrocampista, non è più possibile tollerare prestazioni scialbe e senza punti.

La comunicazione

La nuova dirigenza e società rossonera faticano anche sotto il profilo della comunicazione, gestendo malissimo il caso Donnarumma, uscendosene con frecciate a giocatori ed allenatori, non facendo chiarezza con l'Uefa e nemmeno sulle questioni economiche.

Certamente guidare un'azienda come il Milan non è facile, e il popolo rossonero si era ben abituato con la presidenza Berlusconi, anche se negli ultimi 3 anni qualcosa scricchiolava anche da quel punto di vista. Sicuramente alcune gaffe commesse in questi ultimi mesi dovranno risuonare da insegnamento per evitare di ripetersi in futuro.

Il caso Donnarumma

Merita un capitolo a parte la questione Donnarumma che ormai sta destabilizzando un po' tutti. Il ragazzo fatica a far comprendere la sua volontà, la società pure. L'unico ad avere maggiori certezze è Mino Raiola che punta a monetizzare con il suo assistito, per non rischiare che possa perdere di valore. In effetti, le ultime prestazioni stanno un po' svalutando le quotazioni dell'estremo difensore campano, dunque in futuro potrebbe diventare più difficile portarlo alla corte di qualche società per un costo di non meno di 40 milioni.

Naturalmente non bisogna dimenticare il parere della famiglia che, imbarazzata dalla vicenda in cui si è ritrovato il giovane portiere, starebbe spingendo affinché si riappacifichi con il club e possa continuare a crescere con la maglia del Milan. Nel frattempo però, la pazienza dei tifosi sta già finendo e, onde evitare ulteriori polemiche, alcuni milanisti sarebbero anche disposti a liberarsi al più presto del portiere numero 99.

Il tifoso

Per i tifosi era piuttosto utopico poter pensare di essere fin da subito competitivi, vista la rivoluzione effettuata a tutti i livelli: dalla dirigenza ai magazzinieri, passando per l'organico. Tuttavia, pensare di mangiare il "panetùn" all'undicesimo posto in classifica con soli 24 punti e con ben 8 sconfitte su 18 gare, era altrettanto inimmaginabile.

A questo punto, bisogna sperare che maggio arrivi presto e che l'estate porti quelle certezze che fino ad ora sono mancate, ma il "pranzo con i parenti" è lungo, e gli sfottò ironici al momento sono tutti per i rossoneri.