Luci a San Siro per l’eroico pordenone con riflettori puntati su Simone Perilli. Il Pordenone è arrivato ad un passo dall’impresa con l’Inter che è riuscita a centrare la qualificazione soltanto nella serie ad oltranza dei calci di rigore. I friulani escono a testa alta dalla Coppa Italia e incassano i meritati applausi dei quattromila supporter neroverdi. Nel settore occupato dai sostenitori ospiti c’è chi ha gli occhi lucidi e chi è felice di non aver dato un esame universitario perché un giorno potrà raccontare ai nipoti della lunga notte del Meazza.

Alla favola è mancato soltanto il lieto fine con il palo colpito da Magnaghi che ancora trema e con Perilli che si morde i guantoni per non essere riuscito ad alzare sopra la traversa il rigore calciato da Vecino. Nonostante ciò i calciatori dell’Inter ricorderanno a lungo l’estremo difensore romano. Il ventiduenne ha chiuso la porta a Karamoh con un super intervento ed ha impedito a Cancelo di chiudere i conti nei tempi regolamentari.

Da Ardea alla scala del calcio

Eder e compagni si sono trovati di fronte ad un gigante di 1,95 che alla scala del calcio non ha messo in mostra soltanto la statura. Il ventiduenne ha messo in mostra un ottimo senso del piazzamento ed è stato puntuale e coraggioso nelle uscite.

Perilli si è fatto apprezzare anche come ‘para rigori’ neutralizzando le conclusioni di Skriniar e Gagliardini. Gli è mancato l’ultimo ‘colpo di reni’ per compiere il capolavoro al sesto rigore e mandare in paradiso il Pordenone. Il giovane portiere dei ‘ramarri’ ha mosso i primi passi calcistici nella capitale dopo aver vissuto da ragazzino ad Ardea.

A dieci anni il tifosissimo laziale ha ricevuto la ‘chiamata’ della Roma ma pensava fosse uno scherzo. Alla fine il classe ‘95 ha vestito sia la maglia giallorossa e che quella biancocelste. Il giovane non ha mai nascosto di ispirarsi ad Angelo Peruzzi.

Stramaccioni e Montella tra i suoi allenatori

A livello giovanile è stato allenato sia da Stramaccioni che da Montella.

A quindici anni Perilli ha deciso di lasciare la capitale per trasferirsi al Sassuolo. Nell’estate 2014 è stato girato in prestito alla Pro Patria per farsi le ossa ma a Busto Arsizio l’estremo difensore ha trovato pochissimo spazio. La svolta l’anno successivo quando la Reggiana decide di puntare su di lui e fargli firmare un contratto triennale. Il romano colleziona 66 presenze in due stagioni e sfiora la promozione in B. In estate la proposta del Pordenone e la decisione di trasferirsi alla corte di Colucci per tentare il nuovo assalto alla cadetteria. Chissà che dopo la notte di San Siro Perilli non riesco presto ad effettuare il doppio salto di categoria.