Il Milan, com'è ovvio che sia, in questa fase della stagione è al centro di diverse voci di mercato. Ogni tifoso, soprattutto di una squadra con un blasone come quello dei rossoneri, si preoccupa di sapere quale sia la strategia adottata nel mercato. Quello di gennaio, come spesso accade, rappresenta una finestra dove si apportano de piccoli correttivi, anche perchè appare difficile appare difficile strappare i pezzi pregiati a qualsiasi interlocutore. E le finanze, come nel caso dei rossoneri, sono state già in larga parte utilizzate nel mercato estivo.

Proprio gli acquisti fatti in estate sembrano aver lasciato il segno sotto vari aspetti.

Innanzi tutto c'è chi parla di oltre un centinaio di milioni di euro ormai sperperati e c'è chi sostiene siano arrivati calciatori a cifre spropositate rispetto al loro reale valore. Ma quello che, fino ad ora, ha preoccupato è stata l'indolenza con la quale la squadra ha dato l'impressione di vivere i momenti più difficili della complicata stagione vissuta fino al momento.

Milan, il ruolo di Gattuso

Il Milan aveva scelto di esonerare Montella proprio per dare una scossa all'ambiente. Le difficoltà, infatti, secondo la dirigenza non erano riconducibili alle sole difficoltà tecniche, ma c'era la sensazione che in molti non avessero capito realmente quanto pesasse la maglia che indossassero. Diversi opinionisti avevano fatto leva su quest'aspetto, evidenziando come la presunta precarietà dell'assetto societario potesse in qualche modo svilire o delegittimare il corso dell'attuale Milan.

C'era la speranza che l'avvento di Gattuso potesse inculcare un po' di Dna rossonero che, fino al momento, e con l'eccezione del derby di Coppa Italia non hanno quasi mai dato l'impressione di essere da Milan.

Calciomercato Milan, la strategia che farà discutere

Il MIlan, anche sulla base di situazioni di questo tipo, potrebbe dare una svolta alla propria strategia di mercato.

Basta stranieri, basta calcaitori costosi e spazio ai giovani italiani, magari i migliori. Non a caso iniziano a girare nomi come quelli di Baselli, Barella, Jankto, Izzo o Fofana (che italiano non è). Tutti calciatori che la Serie A la conoscono benissimo e anche quanto possa essere gratificante indossare la maglia rossonera.

Tutti buoni non giocatori, ma non campioni e non è detto che diventino giocatori da vertice. I tifosi potrebbero provare una certa rabbia al pensiero che davanti potrebbero esserci altri anni di transizione, soprattutto se questi dovessero essere imputabili alla necessità di fare acquisti determinati da una situazione economica e societaria ancora non assestata.