L'Inter sta attraversando il momento più delicato della stagione e la sconfitta contro il Genoa per 2-0 di sabato sera allo stadio Marassi di Genova ha rappresentato, probabilmente, il punto più basso della gestione Spalletti. I nerazzurri, infatti, hanno dato l'impressione di non essere stati mai in partita, senza creare grossi pericoli dalle parti di Mattia Perin, autore di una sola buona parata su un tiro di Antonio Candreva,

Un match che ha messo in luce le carenze della rosa nerazzurra, che ha dovuto fare a meno dei due migliori giocatori in rosa, Ivan Perisic e Mauro Icardi, messo ko rispettivamente da una distorsione alla spalla e da un'elongazione all'adduttore che ha tenuto fuori il centravanti argentino già nelle partite contro Bologna e Crotone.

Al loro posto hanno giocato Karamoh e Eder, che non sono riusciti ad incidere rispetto a quanto fatto nella partita contro la squadra di Donadoni, dove entrambi sono andati a segno. L'Inter tornerà in campo sabato prossimo contro il Benevento, nell'anticipo delle 20:45 allo stadio Meazza, e sia Perisic che Icardi dovrebbero essere a disposizione. L'esterno croato si è allenato regolarmente con il gruppo quest'oggi, mentre il centravanti argentino ha rinviato a domani il possibile rientro in gruppo, lasciando ancora qualche perplessità sulle sue condizioni fisiche.

L'avvertimento di Ausilio e Sabatini

Vedendo l'attuale stato di forma di alcuni giocatori presenti in rosa, aumenta il rammarico in casa Inter per quello che si sarebbe potuto fare nell'ultima sessione di calciomercato.

Stando a quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, infatti, Piero Ausilio e Walter Sabatini, pur non avendo grande libertà di manovra, erano riusciti ad individuare i rinforzi giusti da regalare al tecnico, Luciano Spalletti. Lo stop, però, è arrivato direttamente da Suning, che tra l'altro non ha lasciato andare neanche uno tra Alex Teixeira e Ramires e poco lungimirante è stato il mancato investimento per il fantasista argentino del Paris Saint Germain, Javier Pastore.

I due dirigenti hanno avvisato il colosso di Nanchini: "Così in Champions League non si va", ma Zhang era convinto che con questa rosa si potesse raggiungere facilmente la qualificazione, abbagliato dalla prima parte di stagione al di sopra di ogni aspettativa.I due dirigenti avevano preparato anche il piano per rispettare i paletti del Fair Play Finanziario, con un rinforzo immediato e una cessione illustre prima del 30 giugno, facendo leva con gli introiti della qualificazione in Champions. Si è deciso di rischiare senza pensare che una mancata qualificazione alla massima competizione europea creerebbe un grosso danno d'immagine.