Le scuse, giunte ampiamente fuori tempo massimo, hanno il sapore di un vano tentativo di chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati da un pezzo. Anche perché Ivan Savvidis, vulcanico presidente della squadra di calcio greca del Paok Salonicco, ha tentato di giustificarsi sostenendo che la sua è stata la reazione di chi si sente ostaggio di un calcio malato: come se fosse possibile assolvere chi fa irruzione in un campo da gioco, dirigendosi minacciosamente verso l'arbitro con una pistola ben visibile alla cintola.
L'ira funesta di Savvidis
La folle vicenda, che ha avuto un'ampia eco internazionale, si è verificata a Salonicco, dove la scorsa domenica la locale squadra del Paok, terza in classifica nel massimo campionato ellenico, affrontava la capolista AEK Atene.
Il match si avviava a concludersi a reti inviolate quando, a pochi istanti dal 90', un gol dei padroni di casa è stato annullato per fuorigioco. Tanto è bastato a scatenare la furia (o, per citare Omero, "l'ira funesta") del patron del Paok, che ha invaso il terreno di gioco assieme a due guardie del corpo per affrontare l'arbitro Georgios Kaminis.
Risultato? La partita è stata sospesa e, dopo una riunione con il premier greco Alexis Tsipras, il sottosegretario allo Sport Giorgios Vasileiadis ha annunciato la decisione di sospendere l'intero campionato ellenico a tempo indeterminato, "fino a quando non sarà messo in piedi un nuovo quadro che possa andare bene per tutti".
I precedenti
Non è certo la prima volta che il massimo torneo calcistico greco è costretto a fermarsi: anzi, nell'ultimo triennio era già accaduto in altre quattro occasioni, tre delle quali avevano visto l'intervento diretto del Governo.
In principio furono scontri tra tifoserie, incidenti violenti, aggressioni - ma non erano mancate neppure accuse di corruzione e partite truccate. Ma a tanto non si era ancora arrivati: non si era ancora assistito all'incursione armata del proprietario di un club.
Per oltrepassare anche questo limite ci è voluto il 58enne Ivan Savvidis, ricchissimo oligarca russo-georgiano con un passato da sergente dell'esercito sovietico e da membro della Duma (il Parlamento di Mosca).
Ora, a quanto risulta, è ricercato dalla polizia greca assieme ad altre quattro persone - cosa che non gli ha evidentemente impedito di fornire la propria versione dei fatti attraverso un comunicato. D'altronde, a volte il troppo è troppo: e se si passa dal calcio giocato al calcio di una pistola, non possono esserci scuse che tengano.