Con il complessivo risultato di 7-6 contro una Roma agguerrita, il Liverpool di Salah, Manè e Firmino prenotano il secondo biglietto per la finale di Kiev, dopo il Real Madrid, che si giocherà nella primaverile notte del 26 maggio.

Un Liverpool che accede al match più importante dell’anno dopo un grande risultato ottenuto ai danni della squadra di Di Francesco, in una semifinale vissuta a suon di gol, da ambo i lati, ma condizionata da una direzione di gara non delle migliori da parte di Damir Skomina (il quale, negli spogliatoi, sembrerebbe essersi mostrato rammaricato per gli errori commessi).

Una finale raggiunta con non poca sofferenza, la quale si aggiunge alle precedenti sette. Le ultime due giocate a ridosso degli anni 2004-2007, in cui i Reds affrontarono in un doppio confronto il Milan dell’allora presidente Silvio Berlusconi, uscendone vittoriosi nella prima occasione, allo Stadio Olimpico Ataturk di Istanbul (3-2 rig.) e perdendo il secondo incontro ad Atene, quando il Milan si impose per 2-1 con doppietta di Filippo Inzaghi.

A Kiev dopo oltre 10 anni

Dopo oltre dieci anni da allora si innalza nuovamente il nome del grande Liverpool. Un club storicamente sempre presente in Champions e da troppo tempo lontano dai campi da gioco delle finali. Con Kiev raggiungerà quota 8, aumentando ancora il divario con gli altri club della Premier League, in cui, paradossalmente, i club più blasonati non sono mai riusciti ad imporsi a livello europeo, se non in alcuni casi.

Questione di mentalità, di esperienza o di fortuna, sta di fatto che questo Liverpool, come i precedenti, ha tutte le carte in regola per alzare la “Coppa dalle Grandi Orecchie” per la sesta volta. La squadra del “mago” Klopp, infatti, in questa particolare classifica, non solo è prima per finali giocate ma lo è anche per quelle vinte (ben 5 su 7, senza contare Kiev) e, per chi non lo sapesse, dietro al Liverpool re di Champions, solo il Manchester United è stato capace di dare un grande contributo al calcio inglese, disputando ben 5 finali (3 delle quali tra il 2007 e il 2011).

Seguono poi il Chelsea (2 finali, di cui una persa proprio contro lo United) e l’Arsenal di Thierry Henry, sconfitta dall’allora Barcellona di un certo Gaucho Ronaldinho.

Il paradosso, in tutto ciò, e che, fatta eccezione per la spesa “folle” per Van Dijk, questo Liverpool ha nuovamente raggiunto la vetta con investimenti ragionati e senza eccessivi esborsi, nonché con la cessione della stella, ex Inter, Coutinho, scavalcando con il gioco, club quali City e Chelsea, rinomati per i notevoli esborsi economici.