''Noi con voi, voi con noi, per un sogno che non muore mai. Noi con voi, voi con noi, ancora e più che mai''. Così cantavano i Pooh, dedicando uno dei loro pezzi più belli alla Nazionale Italiana di calcio. Una canzone che ha accompagnato per moltissimo tempo una nazione intera a grandi partite e vittorie importanti, di cui tutti ''hanno perso l'abitudine'' dopo il Mondiale del 2006, ultimo vinto dagli azzurri.

Sono passati esattamente 12 anni dall'ultima coppa alzata al cielo. Tanto, troppo tempo. E se in mezzo mettiamo anche la clamorosa mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 ecco che la disfatta è servita su un piatto d'argento.

Era necessario ripartire, cambiare il commissario tecnico e chi gestisce il calcio nostrano. Era fondamentale vincere ieri sera, nonostante si trattasse di una semplice amichevole, con una squadra, l'Arabia Saudita, che giocherà i mondiali.

L'importanza di Roberto Mancini

Dare un giudizio all'operato del nuovo commissario tecnico sarebbe, per il momento, superfluo. Prima di dare una nuova identità a livello tattico, l'ex allenatore dello Zenit San Pietroburgo ha dovuto (e deve ancora) restituire un'identità da un punto di vista caratteriale.

Da quell'Italia-Svezia del 14 novembre 2017 sono passati 6 mesi. Il passato va archiviato, ma basta una dichiarazione dell'ex CT Gianpiero Ventura per infiammare nuovamente i già tesi rapporti con l'ex Presidente Carlo Tavecchio.

Una vittoria, seppur risicata con un avversario molto inferiore tecnicamente, era quindi fondamentale per spazzare via ogni voce superflua: Mancini ha in mente solo la nazionale di oggi e i suoi ragazzi, molti dei quali devono crescere e lavorare tanto.

Ma una prima ''infarinatura'' tecnico-tattica si è già vista in modo evidente.

4-3-3 e terzini partecipi alla manovra offensiva

La nota positiva della vittoria per 2-1 sull'Arabia Saudita ha, senza dubbio, un nome e un cognome: Mario Balotelli. Il centravanti torna in Nazionale dopo la disfatta mondiale del 2014 in Brasile. Un ritorno di fiamma, culminato da un goal alla "Super Mario": controllo, movimento per smarcarsi dal difensore, e destro angolato.

Una rete fantastica da parte di un attaccante ritrovato, utile a una Nazionale ancora troppo poco cinica sotto porta.

Roberto Mancini ha disegnato un'Italia equilibrata, attenta alla fase offensiva e difensiva, grazie anche al grande lavoro in mezzo al campo del regista Jorginho, giocatore fondamentale per un centrocampo a 3, viste le sue caratteristiche.

Scelte ragionate anche sulla linea a 4: Leonardo Bonucci (nuovo capitano dopo l'addio di Gianluigi Buffon) e Alessio Romagnoli hanno assicurato una buona copertura, mentre Domenico Criscito e Davide Zappacosta hanno offerto un apporto fondamentale alla manovra offensiva.

Certo, qualcosa manca ancora: poche volte gli azzurri hanno cercato la profondità, così come poche volte gli esterni d'attacco (Lorenzo Insigne e Matteo Politano) hanno raggiunto il fondo.

Da migliorare anche la gestione del risultato: dopo il 2-0 del subentrato Andrea Belotti, un momento di rilassamento ha dato spazio alla formazione del CT Juan Antonio Pizzi, capace di trovare il goal dell'1-2 con Yahya Al-Shehri, oltre al quasi goal del pari sventato da Gianluigi Donnarumma.

Le premesse ci sono tutte. Contro la Francia vedremo di cosa è realmente capace questa Italia dopo pochi giorni di ritiro. Ma una cosa è certa: dopo aver toccato il fondo, è il momento di risalire!