Il giornalista Mario Fabbroni ha affidato a "Campania sport" il suo pensiero riguardo la competitività del campionato italiano e la supremazia della Juventus. Il vantaggio accumulato dagli uomini di Allegri in campionato ad oggi ha infatti toccato la quota di 13 punti, cifra che sfiora i 14 fra Inter e Roma nella stagione 2006/2007 allo stesso punto del torneo, record assoluto da quando ci sono i tre punti. Fabbroni afferma come siano i regolamenti a determinare la competitività interna di una competizione, marcando provocatoriamente la distanza fra il mondo del calcio e quello della Formula 1 dove le regole cambiano pressoché con cadenza annuale.

Il discorso del giornalista abbandona quindi le questioni regolamentari per concentrarsi sulla supremazia bianconera affermando che il dominio dei torinesi non sia limitato solo al calcio italiano ma che si estenda a macchia d'olio agli altri campionati grazie ai numerosi giocatori controllati dalla società di Agnelli. La firma di Leggo infatti continua dicendo: "Chi ha 108 giocatori parte favorito a prescindere ogni anno, siamo di fronte a un club che domina non solo il mercato italiano ma anche quelli esteri". Il giornalista prosegue sulla stessa falsa riga dicendo: "Servono dei regolamenti, ne esistono per i vivai e per le rose delle squadre ma allo stesso tempo si permette a qualcuno di avere oltre 100 giocatori".

'Chi ha oltre 400 milioni di fatturato deve competere solo con i ricchi'

Oltre all'influenza indiretta sui mercati derivata dai numerosi tesserati Fabbroni si sofferma su quella più diretta legata alla mole del fatturato della Juventus, fuori scala per la realtà della Serie A e auspica la creazione al più presto di un campionato che tenga conto dei fatturati, avallando così i rumors degli ultimi tempi riguardo una possibile Superlega fra le big europee.

Il giornalista prosegue dicendo: "Chi ha oltre 400 milioni di fatturato deve a questo punto competere solo con i ricchi dello stesso calibro" e sentenziando che senza una maggiore attenzione alle dimensioni delle squadre in termini di fatturato i 13 punti di distacco saranno inevitabili. Riferendosi alla seconda forza del campionato aggiunge: "Spiegatemi come il Napoli possa ricucire il gap con la Juventus con 140 milioni contro 500, non a caso all'estero la serie A viene venduta al pari della Ligue 1".

'Lo sport è competizione se non puoi vincere è wrestling'

Tutto ciò si traduce in un cambiamento delle posizioni di lotta all'interno della classifica che si concentrano ormai solo sui premi di consolazione con nessuna compagine realmente in grado di impensierire i bianconeri nella lotta scudetto: "Il campionato si gioca ormai solo per il quarto posto, forse il terzo". Fabbroni si sofferma anche sulla zona retrocessione e sostiene che la forbice fra le prime della classe e chi lotta per il quart'ultimo posto si sia ulteriormente ampliata: "Ci sono ormai delle squadre come il Frosinone che perdono ovunque con le più forti", tutto ciò secondo il giornalista porta a un calo di pubblico che per ricercare una maggiore competizione si interessa solo alle partite di cartello: "il tifoso sceglie i big match, deve sentire la possibilità di competere.

Lo sport è competizione se non puoi vincere è wrestling". Fabbroni conclude poi parlando di Napoli che quest'anno non riesce più a a battagliare come la scorsa stagione e vive un calo di pubblico preoccupante sul quale il giornalista afferma: "I napoletani sono gli unici ad aver capito che non c'è competizione, il primo posto è ormai da tempo saldamente nelle mani della Juventus".