Inutile dire che, per quanto la società sostenga che Luciano Spalletti non si tocca fino alla fine della stagione, la posizione del tecnico è tutt'altro che blindata. Nel calcio parlano i risultati: l'Inter ha perso da tempo le proprie velleità da scudetto ed è fuori dalla Champions League. A rendere più problematica la situazione anche la fresca eliminazione dalla Coppa Italia ad opera della Lazio. Sconfitta ai calci di rigore, ma sinceramente la prestazione dei nerazzurri è stata a dir poco deludente e soltanto grazie ai grandi interventi di Samir Handanovic e, poi, ad un rigore concesso a tempo scaduto nei supplementari e contestatissimo dai giocatori laziali, ha avuto l'opportunità di andare ai tiri dagli 11 metri.
Che poi l'errore decisivo sia arrivato da Nainggolan, altro nome nella bufera e, tra l'altro, giocatore voluto fortissimamente dallo stesso Spalletti in estate, non fa altro che rendere ancora più precaria la situazione del tecnico. Mister che adesso si aggrappa a due obiettivi: il posto in Champions League che sembrava in una botte di ferro, ma che a causa del misero punticino raccolto in due gare dall'inizio del girone di ritorno vede le avversarie riprendere terreno. E, poi, l'Europa League che vedrà i nerazzurri affrontare il Rapid Vienna (gara d'andata in Austria il 14 febbraio). Ulteriori passi falsi in campionato ed un'altra eliminazione in coppa potrebbero davvero consegnare agli imbufaliti tifosi la testa del tecnico su un piatto d'argento.
Inoltre l'avvistamento di Antonio Conte a Milano ha fatto galoppare la fantasia di tifosi e giornalisti: tanto il diretto interessato quanto Beppe Marotta escludono che ci sia stato un contatto, in realtà non possiamo escluderlo del tutto. Ad ogni modo, guardando gli ultimi cinquant'anni di storia del club, non possiamo non sottolineare che un eventuale cambio di panchina a stagione in corso è un salto nel buio.
Raramente l'Inter ne ha tratto benefici ed in certi casi la situazione è peggiorata.
Valzer di tecnici già nell'immediato dopoguerra
La nostra statistica parte dalla stagione 1968/69, la prima del dopo-Helenio Herrera. Ad essere sinceri, i valzer degli allenatori sono parte integrante della storia dell'Inter anche in epoche precedenti ed anche in questi casi i frutti sono stati poco gustosi, basti pensare ad esempio che dal 1946 al 1948 si alternarono sulla panchina nerazzurra Carlo Carcano, la coppia Meazza-Nutrizio, lo stesso Giuseppe Meazza, nuovamente Carcano e, poi, David John Astley e la squadra si trovò invischiata addirittura nella lotta salvezza.
Invernizzi e Leonardo 'salvatori della patria', lo 'strano caso' di Marini
Tornando all'ultimo mezzo secolo, il cambio di panchina più celebre è quello della stagione 1970/71, quando il presidente Ivanoe Fraizzoli diede il benservito ad Heriberto Herrera dopo 6 giornate di campionato affidando la squadra al tecnico della Primavera, Gianni Invernizzi e quest'ultimo avrebbe guidato l'Inter ad una storica rimonta culminata con l'11esimo scudetto. Per trovare una tale risalita con un cambio di panchina bisogna poi andare avanti nel tempo fino alla stagione 2010/2011, quella successiva al Triplete, quando Leonardo prese il posto di Rafa Benitez dopo che quest'ultimo aveva appena vinto il Mondiale per Club.
Massimo Moratti aveva però consegnato allo spagnolo un'Inter regina d'Italia e d'Europa e vederla lontana dalle posizioni di vertice in campionato determinò il licenziamento dell'allenatore. Il sostituto fu Leonardo, accolto freddamente dai tifosi per la sua 'vicinanza' al Milan, ma capace di guidare l'Inter al secondo posto in campionato ed alla conquista della Coppa Italia. Tra gli allenatori subentrati in corso d'opera che hanno vinto trofei ci sarebbe anche Gianpiero Marini, chiamato a sostituire l'esonerato Osvaldo Bagnoli nella stagione 1993/94. Marini vinse la Coppa Uefa, ma in campionato la sua Inter chiuse 13esima ad un solo punto dalla zona retrocessione: il peggiore piazzamento di sempre in un torneo a girone unico.
Gli allenatori licenziati da Fraizzoli e Pellegrini
Dagli anni '70 in poi ci tuffiamo in un mare in tempesta ed in acque agitate servono i 'traghettatori'. Enea Masiero è uno di questi, per ben due volte allenatore nerazzurro a stagione in corso: nella stagione 1972/73 subentrò a Gianni Invernizzi dopo 23 gare di campionato, nella stagione successiva avrebbe sostituito Helenio Herrera dopo 16 gare, ma in questo secondo caso l'avvicendamento del tecnico si rese necessario per via dei problemi di salute di HH. Per nuovi valzer dobbiamo andare avanti, negli anni della presidenza di Ernesto Pellegrini: Mario Corso che prende il posto di Ilario Castagner dopo 10 gare della stagione 1985/86, ma non riesce a risollevare un'Inter partita per stravincere lo scudetto.
Poi Luis Suarez che subentra al 'rivoluzionario' Corrado Orrico dopo 17 gare del campionato 1991/92, ma i nerazzurri sprofondano.
La grande sfilata di Massimo Moratti
Si arriva poi alla presidenza di Massimo Moratti e qui la sfilata di tecnici è impressionante: Ottavio Bianchi viene esonerato dopo 4 gare di campionato nella stagione 1995/96, si passa al traghettatore Luis Suarez per due partite prima di affidare la squadra alla coppia Giovanni Ardemagni-Roy Hodgson. Incredibile l'esonero di Gigi Simoni nella stagione 1998/99 dopo 11 partite in cui l'Inter arranca, surreale perché arriva dopo la bella vittoria dei nerazzurri in Champions ai danni del Real Madrid: ma ben tre tecnici, Mircea Lucescu, Luciano Castellini e Roy Hodgson non porteranno a risultati apprezzabili.
Nella stagione 2000/2001 Moratti licenzia Marcello Lippi dopo una sola gara di campionato, ma sul capo del futuro CT campione del mondo pesa come un macigno la precedente eliminazione nei preliminari di Champions ad opera dei carneadi dell'Helsingborg. Tuttavia il rendimento dell'Inter affidata a Marco Tardelli sarà alquanto deludente. Nella stagione 2003/2004 il tecnico licenziato sarà Hector Cuper, la squadra sarà traghettata da Corrado Verdelli ad Alberto Zaccheroni che, abbastanza in controtendenza, la guiderà ad un prosieguo di stagione dignitoso. Per ritrovare un 'balletto' di tecnici, ci portiamo avanti fino al campionato 2011/2012: le 'quattro giornate' di Gian Piero Gasperini, sostituito da Claudio Ranieri ed a sua volta avvicendato con Andrea Stramaccioni.
Thohir e Zhang proseguono la 'tradizione'
Con il licenziamento di Walter Mazzarri dopo 11 giornate di campionato nel 2014 ed il ritorno di Roberto Mancini siamo già nella parentesi della presidenza di Erick Thohir. Infine l'ultimo valzer, il primo dell'era Zhang, quando Frank de Boer viene allontanato dopo 11 partite nella stagione 2016/2017, sostituito dal traghettatore Stefano Vecchi che lascia poi il posto a Stefano Pioli. Quest'ultimo viene licenziato nel finale di stagione, quando mancano tre partite alla fine del campionato che sarà concluso da Vecchi.
Marchesi e Mancini, quando ad essere fatali sono il Mundialito e le amichevoli
Nella lunga storia di 'panchine bollenti in casa Inter', meritano un piccolo capitolo a parte Rino Marchesi ed anche Roberto Mancini, quest'ultimo nella sua seconda esperienza alla guida della squadra all'inizio dell'era cinese.
Il primo venne licenziato a sorpresa alla fine della stagione 1982/83, Fraizzoli gli indicò la porta dopo le deludenti prestazioni nerazzurre al Mundialito Clubs del 1983, quando la squadra chiuse ultima il torneo a zero punti dopo le sconfitte con Flamengo, Penarol, Juventus e Milan. Al trofeo all'epoca si dava grande importanza, nonostante non si trattasse di gare ufficiali. Se Marchesi lasciò l'Inter quando le gare di campionato e le coppe erano già in archivio, oltre trent'anni dopo Mancini sarà licenziato prima dell'avvio della stagione. Siamo nell'estate del 2016 e tira una brutta aria tra il tecnico e la nuova proprietà cinese che prenderà la palla al balzo a seguito delle pessime prestazioni della squadra nelle amichevoli pre-campionato, esonerando Mancini e chiamando de Boer, con i risultati che abbiamo già descritto.