Il 'Football Virtual Coach', un sistema altamente innovativo che permetterà agli staff tecnici di ottimizzare le performance delle proprie squadre attraverso l’analisi in tempo reale della partita in corso, si appresta a sbarcare in Serie A. Nel corso del girone di ritorno la Lega doterà tutte le panchine di un tablet con installato il programma sviluppato da Math&Sport, startup italiana incubata di Polihub (Politecnico di Milano), che oltre a fornire dati in real time li analizzerà e sarà in grado di restituire, grazie all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, indicazioni tecniche precise per gli allenatori e per tutto lo staff.

Ma in che modo il supporto di questa tecnologia cambierà il lavoro degli allenatori? Ne abbiamo parlato con Marco Sangermani, match analyst dello staff di Rino Gattuso, fino alla scorsa stagione sulla panchina del Milan.

Il Match Analyst

Sangermani ha conosciuto il ruolo in questione nel corso dell'ultimo anno di studi universitari che ha compreso uno stage formativo nell’Area Video analisi nel settore giovanile del Milan come match analyst, stagione 2011-2012. "Al termine dello stage mi è stato proposto un contratto per rimanere a lavorare nell’area video - ci spiega - e ho ricoperto dunque il ruolo di match analyst nel settore giovanile per 5 anni, ottenendo anche il patentino Uefa B nel 2015.

In questi 5 anni sportivi ho avuto modo di lavorare con tutte le categorie dell’agonistica (dai Giovanissimi nazionali U15 alla Primavera U19) e ho avuto anche modo di affacciarmi sulla Prima Squadra con mister Brocchi nel mese finale della stagione 2015-2016 quando subentrò a Mihajlovic. Al mio sesto anno, stagione 2017-2018, ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare nello staff di mister Gattuso con la Primavera del Milan e, a fine novembre dello stesso anno, mi ha voluto con lui in Prima squadra, quando è subentrato a Montella.

Divenuto dunque un componente del suo staff, la mia avventura al Milan termina alla fine della stagione 2018-2019 (dopo 7 anni) quando il mister decide di lasciare l’incarico. Sono tuttora un componente del suo staff nel ruolo di match analyst".

Cosa ne pensa del Virtual Coach? Può rivoluzionare il ruolo dell'allenatore durante le partite?

Credo che il Virtual Coach, essendo un sistema che, grazie ad una Intelligenza Artificiale, può fornire in tempo reale informazioni relative alla prestazione dei singoli giocatori e della squadra, sicuramente potrà dare un supporto tecnologico in più per allenatore e componenti dello staff nel leggere l’andamento della partita in termini di dati e poter quindi avere più informazioni possibili prima di prendere delle decisioni. Non credo si possa parlare di una vera e propria rivoluzione, in quanto come ha detto anche mister Sarri qualche tempo fa, è già da qualche anno che si usufruisce della tecnologia in panchina (pur essendo stata regolamentarizzata soltanto nella stagione scorsa). Quello che cambia davvero è che finalmente si sta aprendo il mondo del calcio all’utilizzo regolare della tecnologia.

Ha già avuto modo di confrontarsi con il software in questione?

Noi con il mister Gattuso utilizzavamo il software della Panini Digital Soccer, dunque personalmente non ho ancora avuto modo di sperimentarlo, ma spero di poterlo fare al più presto. Ci tengo comunque a specificare che tuttora sto usufruendo del software e delle tecnologie della Panini Digital Soccer, azienda con la quale ho lavorato nei miei anni al Milan e con la quale mi sono trovato molto bene, tanto da utilizzarla ancora adesso pur non essendo più al Milan

Crede che il ruolo del Match Analyst potrà trovare finalmente più spazio nei club di Serie A?

Oramai è da qualche anno che in tutte le squadre di Serie A c’è uno specialista della match analysis e, come figura, ha assunto un ruolo importante che ogni staff e ogni club vuole avere al suo interno.

Così, il fatto di avere delle tecnologie (come il virtual coach) che forniscano dati da interpretare è un aiuto in più per svolgere al meglio il nostro lavoro nel dare un feedback all’allenatore e allo staff. Dunque credo che il nostro ruolo potrà beneficiare di questa innovazione in quanto è uno strumento in più che fornisce dati che a noi match analyst servono per poter elaborare informazioni più precise possibili da dare all’allenatore e agli altri componenti dello staff, soprattutto se tutto ciò si deve fare in real time.

Ritiene che l'intelligenza artificiale possa aiutare ad alzare il livello di un campionato?

Alzare il livello di un campionato non penso possa dipendere solamente da un’intelligenza artificiale, perché non dimentichiamo che i protagonisti di questo sport sono comunque i giocatori e che, alla fine, le decisioni le prendono gli allenatori con il loro staff, non le intelligenze artificiali.

Io direi piuttosto che starà agli staff delle squadre riuscire a sfruttare al meglio i dati forniti da questo supporto per cercare di elaborare in real time decisioni più efficaci possibili e riducendo il rischio di sbagliare.

Pare che il Virtual Coach sia in grado di fornire dati estremamente precisi ed individure le criticità in campo, ma può in qualche modo sostituirsi all'intuito di un tecnico?

Non potrà mai sostituirsi all’intuito di un tecnico o alla sua esperienza sul campo. Come hai detto tu, può fornire in tempo reale dati precisi e criticità in campo, ma non può andare oltre. Non può prendere decisioni al posto dell’allenatore, perché quest'ultimo oltre a basarsi su questi dati dispone anche di tantissime altre informazioni da parte dei vari componenti dello staff e anche da parte del suo lato umano nel rapporto con i giocatori (cosa che è impossibile per un Intelligenza Artificiale).

Modelli matematici che riconoscono gesti tecnici o schemi di gioco ed algoritmi che sono in grado leggere la pericolosità dell’azione, qualcuno ha detto che in tal modo il calcio è più simile al fantacalcio dove fanno fede soprattutto le statistiche. Non è riduttivo per uno sport complesso come il calcio?

Non sono d’accordo con chi dice così. Il calcio è uno sport molto complesso e la tecnologia dà un grande supporto fornendo dei dati che aiutano ad interpretarne questa complessità. Questi dati devono comunque essere interpretati dallo staff che è fatto di persone professioniste e non di robot. Come ho già detto, questi dati quindi non possono sostituire il lavoro di queste persone. Il fatto poi di utilizzare bene o male queste informazioni starà alla loro bravura.

Il fantacalcio invece è basato soltanto sui voti delle prestazioni dei giocatori dati dai giornalisiti (che sono persone professioniste e non robot) e quindi anche in questo caso non sono i dati a farla da padrone.

Lei vede un limite (inteso come difetto) nell'utilizzo di questa tecnologia?

Il limite che vedo io sta sempre nel come si utilizza una determinata tecnologia. E questo vale per tutte le tecnologie, non solo per il Virtual Coach. Per esempio, se si dà troppo peso ai dati che vengono forniti senza considerare altri aspetti, si rischia di arrivare a conclusioni sbagliate. La tecnologia è fredda, ti fornisce un dato e solitamente questo dato è anche molto preciso, dunque il limite sta nel quanto e nel come tu sei capace di utilizzarlo.

Il limite sta nel dare troppo peso, o troppo poco, a questi dati (e qui sta anche la bravura o meno delle persone nell’utilizzare le tecnologie), soprattutto tenendo conto che il calcio è uno sport molto complesso che viene influenzato da tanti fattori e quindi non si può basare le proprie decisioni solo su un tipo di informazione (così come non bisogna nemmeno ignorare l’informazione che invece può essere d’aiuto).

Le cito tre allenatori che sono stati in qualche modo rivoluzionari nelle loro epoche: Helenio Herrera, Rinus Michels, Arrigo Sacchi. Lei li vedrebbe ad utilizzare il virtual coach?

Assolutamente si, o meglio: avrebbero sicuramente nel loro staff una figura competente per utilizzare questa tecnologia.

Ai loro tempi non era ancora professionalmente inquadrata la figura del match analyst, ma loro già avevano persone che elaboravano e interpretavano i dati per poter dargli informazioni sempre più precise sulla squadra o sugli avversari. Arrigo Sacchi, per esempio, utilizzava molto le sedute video per preparare le partite (cosa oramai di routine, ma innovativa ai suoi tempi) dimostrando una grande apertura all’introduzione della tecnologia nel calcio.

Da una tecnologia ad un'altra, il Var. Il suo apporto tutto sommato è positivo, ma non ha affatto cancellato polemiche e discussioni da moviola. Secondo lei il Virtual Coach avrà un effetto sostanziale sulla qualità delle partite, rivoluzionando il modo di allenare durante le gare, o sarà solo “uno strumento come tanti altri” già a disposizione degli allenatori?

Non avendolo mai provato non so dirle con precisione quanto si discosti o somigli agli altri strumenti già a disposizione. Come ho già detto il fatto di renderlo “uno strumento come tanti altri” o di renderlo “un supporto in più insieme ad altri strumenti” che permette di tenere alta la prestazione della squadra, credo che dipenda molto da come lo si utilizzi. Sicuramente quello che posso dire è che il fatto che la Lega fornisca questa tecnologia a tutte le società di A, dimostra come finalmente il calcio si sta aprendo in maniera sostanziale alla tecnologia (cosa che negli altri sport succede oramai da decenni) e questo lo reputo molto importante per uno sport che è in continua evoluzione.