Luis Alberto e la Lazio hanno affermato pubblicamente l’intenzione di trovare un accordo per il rinnovo. La sfida della Champions regala grande entusiasmo e il club ha intenzione di dare il giusto valore al miglior numero 10 del campionato“. Queste le parole dette qualche giorno fa da Miguel Alfaro, agente del giocatore spagnolo, che testimoniano la volontà del giocatore di proseguire il matrimonio con la Lazio.

Un rinnovo che sarebbe accolto positivamente dal popolo biancoceleste, peraltro nella stagione del ritorno della Lazio in Champions League dopo 13 anni.

Non è solo il cospicuo numero degli assist, infatti, e neppure i freddi dati statistici del suo gioco a fare di Luis Alberto un calciatore quasi unico nel suo genere: in un calcio dominato sempre più dalla ricerca dell’eccezionalità fisica, da corpi che paiono progettati per l’atletica e prestati al mondo del pallone, è impossibile rimanere indifferenti a quei calciatori che riescono a imporre la propria superiorità con l’uso esclusivo della tecnica applicata al pensiero calcistico. Come fa appunto Romero Alconchel Luis Alberto.

Luis Alberto, un giocatore sempre più fondamentale nel gioco della Lazio

“A me piace giocare. Trequartista o mezz’ala? L’importante è fare il meglio per la squadra. Sempre con la palla tra i piedi”, ha affermato una volta il giocatore andaluso.

Nato come trequartista – con le maglie di Siviglia, Barcellona B e Deportivo la Coruna – arrivò alla Lazio nel 2016 da "sconosciuto" e ibrido centrocampista che non sembrava particolarmente utile al progetto, se pensiamo che nel suo primo campionato a Roma disputò solo nove partite, segnando una rete. Complice l’infortunio di Felipe Anderson, però, Simone Inzaghi nel corso del tempo lo ha avanzato alle spalle di Ciro Immobile, disarcionato da compiti difensivi, riportando fantasia ed estro agli albori della sua carriera.

Ed i risultati furono più che soddisfacenti: 11 gol e 14 assist nella stagione 2017/2018.

Un’involuzione, non solo statistica, ha caratterizzato, però, la successiva stagione 2018/19, ondivaga per risultati di squadra e prestazioni personali (27 presenze e sei reti in massima serie). Il ruolo di trequartista-seconda punta iniziava ad andargli stretto e il suo ondeggiante modo di giocare mal si amalgamava con la panchina della squadra che non possedeva un vero e proprio elemento "spacca-partita" (com’era stato nella stagione precedente Felipe Anderson).

Così nell'estate 2019 è stato mister Simone Inzaghi, ancora una volta, a disegnargli un nuovo abito cucito addosso, consegnandogli di fatto la squadra nei piedi. Ora Luis Alberto gioca mezz’ala nel 3-5-2 della formazione capitolina. Un ruolo in cui, di fatto, segna meno ma ha un’influenza enorme sul gioco dei biancocelesti. Più volte nella stagione scorsa ha acceso la luce della Lazio grazie alla conoscenza dei tempi calcistici: alternando arretramenti volontari per aiutare la squadra ad uscire dal pressing, e facendo partire l’azione, a folate offensive favorite dai movimenti di Immobile, Correa e Milinkovic-Savic.

Luis Alberto risulta essere stato, nell'ultimo campionato, il secondo giocatore della Serie A per passaggi completati dentro l’area di rigore.

Questo significa che lo spagnolo è il giocatore che nella Lazio inizia l’azione, la fa avanzare e la rifinisce. Il prototipo del centrocampista moderno: il "tutto-campista". Infine è importante sottolineare come, nell’ultima stagione, alla qualità Luis Alberto abbia aggiunto pure quantità e generosità degne più di un interditore che di un playmaker.