Il difensore centrale Fikayo Tomori, che il Milan ha preso in prestito dal Chelsea con diritto di riscatto, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato della sua stagione in chiaro-scuro finora, e del suo probabile futuro in rossonero. La sua prima parte di stagione è stata infatti segnata dalla panchina e dalle continue esclusioni nel Chelsea di Lampard, che lo ha lasciato partire poco prima dell’esonero. A lui era infatti preferito Thiago Silva, nello schieramento blues, e nella prima parte dell’anno non ha letteralmente mai trovato spazio.
Poi, la chiamata di Maldini.
L’accoglienza al Milan e le qualità tecniche
Tomori si dice entusiasta dell’accoglienza ricevuta a Milano, convinto in primissima battuta dal colloquio con Maldini. Definisce infatti una “università” la Serie A per la fase difensiva, un campionato in cui poter crescere e mettersi in luce davanti a chi non ha creduto in lui Oltremanica. “La gente italiana” dice, “è molto più tranquilla ed amichevole di quella inglese: si gode di più la vita e fa le cose con più calma e tranquillità”. Le qualità fisiche e tecniche, di impostazione ma anche interdizione fin qui mostrate, hanno subito convinto la dirigenza di via Aldo Rossi, che sta già studiando la strategia per acquistare il talento a titolo definitivo.
Un riscatto da conquistare
L’accesso alla prossima Champions League potrebbe essere determinante per il riscatto del talento inglese, che risponde così alle domande sul suo futuro: “Certo, mi trovo bene e sono felice a Milano, ma non dipende solo da me. Il futuro? Per ora, sinceramente, non ci penso”. Il Milan, tuttavia, è cosciente che la cifra di 28 milioni è un’occasione da non perdere, considerando ciò che il calciatore ha dimostrato sul campo, per la facilità con cui si è ambientato al Milan e con cui si è adattato al calcio italiano.
Una leggenda come Maldini sa benissimo che non può lasciarsi scappare un difensore con questo tipo di caratteristiche. Per ammissione dello stesso Maldini ai microfoni di Sky, "è molto raro al giorno d'oggi trovare un difensore abile in marcatura: oggi le difese agiscono di reparto, ma nel calcio moderno si sta rapidamente tornando verso una difesa con marcatura uomo a uomo".
Il rapporto con la famiglia
Tomori, durante l’intervista, tocca anche il tasto degli affetti familiari. Rimasti in Inghilterra anche a causa dei ripetuti lockdown con cui ormai siamo abituati a convivere, è sempre in contatto coi suoi genitori ed i propri amici. Nonostante la giovane età, sembra mostrare già una notevole maturità, conscio del fatto che in Italia e al Milan può togliersi grandi soddisfazioni. Il progetto tecnico rossonero lo ha convinto e chissà che non possa essere l’inizio di un grande successo, personale e di squadra.