È notizia delle ultime ore la scelta della Juventus di rinunciare al ricorso al Consiglio di Stato contro la FIGC e l’Inter in merito alla questione Calciopoli.

A commentare la strada scelta dal club è stato il direttore di Tuttosport Guido Vaciago che ha spiegato perché la Juventus abbia deciso di non appellarsi più al Consiglio di Stato: "È una sostanziale perdita di tempo e denaro".

La Juventus chiude la partita Calciopoli

Juventus retrocessa in Serie B e due scudetti ritirati di cui uno consegnato all'Inter: questi in sostanza gli effetti di Calciopoli, uno degli scandali più eclatanti del calcio italiano che nel 2006 creò un'enorme eco mediatica non solo in Italia ma anche in Europa.

Negli anni a venire il club si è appellato contro la decisione di assegnare uno dei titoli all'Inter dato il coinvolgimento nella vicenda dei nerazzurri emerso tuttavia solo diversi anni dopo, a reati (vari ed eventuali) prescritti.

La Juventus ha tentato negli anni ogni grado di giudizio, sportivo (FIGC) e amministrativo (TAR e Consiglio di Stato), perdendo però sempre ciascuna battaglia: questa estate l'ultimo capitolo della 'saga', col Consiglio di Stato ad essersi dichiarato incompetente in materia: "Ultima tappa di un giro nel quale nessuno (nes-su-no) ha giudicato la vicenda, senza dare torto o ragione a qualcuno" ha tenuto a precisare il direttore di Tuttosport Guido Vaciago, secondo cui il club avrebbe deciso di non spendere più inutilmente tempo e soldi.

Restano in piedi i ricorsi di Giraudo e Moggi

Sebbene la maggior parte dei media abbiano sfruttato la cosa per definire chiusa la partita Calciopoli, in realtà rimangono ancora in piedi delle bretelle collaterali alla vicenda: restano infatti sotto giudizio due ricorsi di Antonio Giraudo e uno di Luciano Moggi che attendono di essere esaminati.

Il primo ha proposto ricorso al TAR perché la sua “radiazione a vita” stabilita da un tribunale sportivo non è appellabile altrove ma trattandosi di una condanna che ostacola di per se stessa il diritto di lavorare ci si domanda (ormai da tempo) se l’ordinamento sportivo non abbia violato in tal caso la Costituzione.

Sempre Giraudo, ma anche l'ex dg Luciano Moggi, hanno depositato presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo un ricorso sulla violazione del diritto di difesa che secondo loro e i rispettivi legali si sarebbe avuta all'epoca sia in ambito sportivo che in quello penale. In caso di esito positivo potrebbero essere rimessi in discussione (almeno sulla carta) i processi stessi in cui si concretizzò tale violazione.