L'Inter ha battuto il Verona nell'anticipo di Serie A, archiviando la pratica già nel primo tempo con un netto 5-0, che poi è stato anche il risultato finale. Nella seconda frazione di gara, però, il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi, a risultato ormai acquisito, ha effettuato anche un esperimento tattico, dando spazio al 4-4-2.

Il 4-4-2 come nuova soluzione tattica per l'Inter

Anche nel match del "Bentegodi" a inizio gara l'allenatore interista Simone Inzaghi ha scelto il suo solito 3-5-2, mandando in campo Sommer, Bisseck, Acerbi, Bastoni, Darmian, Barella, Asllani, Mkhitaryan, Carlos Augusto, Correa (schierato al posto del febbricitante Lautaro Martinez) e Marcus Thuram).

Le novità tattiche si sono viste nella seconda frazione di gara, quando gli ingressi di Piotr Zielinski, Davide Frattesi e Tajon Buchanan hanno permesso diversi esperimenti, anche riguardo al modulo di gioco. Mister Inzaghi, infatti, ha utilizzato una linea difensiva a quattro, composta da Darmian, Bisseck, De Vrij e Carlos Augusto. Il centrocampo si è invece presentato con Frattesi largo a destra, Asllani e Zielinski in mediana e Mkhitaryan sulla sinistra. In attacco inizialmente è stata confermata la coppia titolare, ma dopo 17 minuti nel secondo tempo, Arnautovic ha dato il cambio a Thuram.

In particolare Buchanan, schierato a destra con il passaggio di Darmian a sinistra, ha favorito ottime ripartenze sulla fascia, aiutando anche gli inserimenti di Frattesi.

Le caratteristiche dei due moduli e le differenze tattiche

Nel 3-5-2 i calciatori sono più intercambiabili, infatti, si assiste spesso alla rotazione dei centrocampisti o dei centrali di difesa, inoltre è un modulo che all'occorrenza favorisce l'inserimento offensivo dei difensori. Il 4-4-2, invece, appare meno dinamico in fase di impostazione, ma garantisce più compattezza, quindi può essere utilizzato da Inzaghi quando la squadra deve difendere o gestire il risultato, come accaduto appunto nella gara vinta contro il Verona di Zanetti.

In entrambi i moduli il tecnico nerazzurro non rinuncia mai alle due punte, anche se - quando propone un atteggiamento più difensivo - ha la possibilità di inserire un centrocampista come spalla del centravanti (ad esempio Nicolò Barella pare avere caratteristiche del genere, come evidenziato anche nelle ultime partite della nazionale italiana di Spalletti).