Il direttore sportivo della Juventus Cristiano Giuntoli ha visto cambiare il giudizio sul proprio operato in pochi mesi e questo a causa di una campagna acquisti estiva che al netto dell'enorme esborso effettuato dal club (oltre 200 milioni al netto comunque di quasi 100 di cessioni) non sta portando quei benefici aspettati alla compagine bianconera.
Dal soprannome 'Chef' alle critiche per un mercato che non decolla: come è cambiata la storia di Giuntoli
Cristiano Giuntoli è stato uno degli autori della rivoluzione apportata alla Juventus nella scorsa estate e da gran parte della tifoseria bianconera veniva visto come una sorta di messia pronto a liberare il club da tutti quegli elementi che avevano ostacolato il raggiungimento della vittoria negli ultimi anni.
Gli acquisti quasi a cadenza giornaliera messi a segno dal ds a cavallo tra i mesi di giugno e luglio gli erano poi valsi il soprannome di "Chef" in quanto abile a cucinare trattative succulente per calciatori di primo livello.
L'estenuante quanto onerosa operazione di calciomercato portata a termine a fine agosto per l'acquisizione di Teun Koopmeiners dall'Atalanta aveva infine chiuso un quadro che vedeva al centro una Juventus pronta a bruciare le tappe anche grazie ad una campagna acquisti faraonica.
Una narrativa convincente almeno all'apparenza che però ha cominciato a subire i primi scricchiolii con il caso Douglas Luiz: il centrocampista, pagato 50 milioni di euro ma arrivato alla Continassa nella maxi operazione che ha visto Iling-Jr e Barachenea passare come contropartite tecniche all'Aston Villa, è sembrato sin dai primi passi fatti con la casacca bianconera un corpo estraneo.
Gli errori compiuti quasi in cadenza e che sono costati due calci di rigore alla Juve nei match contro Lipsia e Cagliari hanno infine inasprito un ambiente che ha creduto sempre meno alle potenzialità del brasiliano.
Mala sorte e valutazioni errate
La mala sorte si è poi abbattuta su parte dei nuovi acquisti di Giuntoli: il poliedrico Cabal ha dovuto alzare bandiera bianca dal ritiro della nazionale a causa della rottura del crociato mentre Nico Gonzalez è praticamente sparito dai radar per un problema fisico difficile da curare.
Se però per il colombiano si è trattato di pura e semplice sfortuna, discorso diverso va fatto per l'attaccante argentino. Alla Fiorentina infatti Gonzalez aveva mostrato già la propria fragilità fisica e spendere 35 milioni per un calciatore così poco presente è sembrato un azzardo non indifferente.
Se poi a tutto questo si aggiungono le difficoltà evidenti che sta affrontato Teun Koopmeiners, schierato come trequartista da Motta anziché da mezz'ala, si possono capire le tante critiche che sta subendo la campagna rafforzamenti di Giuntoli.