"Il fallimento di Thiago Motta incarna anche il crollo dell'ideologia della Juventus": il giornalista e commentatore sportivo Fabio Caressa ha commentato così la mossa operata dal club bianconero, che nella pausa per le nazionali ha deciso di esonerare Thiago Motta per affidare la guida della squadra a Igor Tudor.

Caressa: 'Non bisognava adattare la Juventus ad un'ideologia'

"Il problema delle ideologie - ha proseguito Caressa - è che tendono a modificare la realtà per rispondere ai paradigmi che sono alla base dell'ideologia stessa. Cambiare la realtà e cercare dunque di modificarla in base a quello che si pensa è stato l'errore commesso dalla Juventus e da Thiago Motta.

La Juventus prende Tudor, allenatore concettualmente diverso da Motta, e sconfessa dunque quanto fatto fino ad ora. L'ideologia del possesso palla si è scontrata con la realtà, non si è incarnata nella storia della Juve nel giusto modo. Perché la Juve è sempre stata con un suo Dna e quell'idea andava adattata al sistema Juventus, non doveva essere la Juve ad adattarsi. Per questo le ideologie spesso sono pericolose, perché hanno la presunzione di modificare la storia".

'Motta era convinto che le sue idee potessero venire prima di tutto'

Secondo Caressa dunque, l'esonero sarebbe il frutto non solo delle idee tattiche proposte dall'ormai ex allenatore bianconero ma anche e soprattutto dal modo in cui ha cercato di portarle avanti: "Thiago ha avuto un atteggiamento estremamente presuntuoso, molto ideologico.

Era convinto che le sue idee potessero venire prima di tutto. Ha fatto delle dichiarazioni che rimarranno: vincere non è un'ossessione, sono io l'uomo giusto ed è andato in contrasto con la realtà del suo spogliatoio perché è evidente che qualcosa è successo dopo la partita con la Fiorentina in questi 7 giorni. I giocatori non c'erano e così lo stesso Motta".

Caressa sugli errori commessi dall'ex allenatore della Juventus: 'Motta non aveva un capitano fisso perchè il capitano era lui'

Proprio dopo il ko di Firenze, si è consumato l'esonero: "Dopo la Fiorentina Giuntoli è andato davanti alle telecamere confermando che Thiago era l'uomo giusto. Ha difeso la propria ideologia che era già crollata.

Motta ha messo la squadra al servizio di sé stesso. Non ha mai scelto un capitano, perché lo era lui. Ha continuato a far ruotare i giocatori in posizioni che non erano le loro. Ha anteposto l'idea alla realtà. Ci può essere un'idea tattica ma non può essere ideologica e va adattata a quello che hai. Un esempio chiaro è Conte. Tatticamente ha le idee chiare però le adatta, non è ideologico. Questo è molto diverso. Di errori alla Juve, però, ne sono stati fatti tanti altri".

Il ritorno alla realtà con Tudor

È nel contesto delineato da Fabio Caressa che la società ha deciso di affidarsi ad Igor Tudor. Allenatore notoriamente più pragmatico, meno ideologico e più concreto del suo predecessore.

Il croato ha accettato di dirigere la squadra per 9 partite senza nessuna garanzia di restare in panchina per l'anno prossimo.

Ad attenderlo ci sono 9 gare, 9 finali dalle quali passerà la possibilità della Juventus di qualificarsi alla prossima Champions League e la sua di poter continuare a rimanere in sella. Genoa, Roma, Lecce, Parma, Monza, Bologna, Lazio, Udinese e Venezia le compagini che lo attendono al varco.