Nel gioco del calcio moderno, l’intelligenza artificiale e i big data sono diventati strumenti sempre più centrali nella costruzione delle squadre. Ma se la direzione sembra una e una sola – quella della tecnologia – c’è chi rema controcorrente. È il caso della Roma, che dopo un avvicinamento all’analisi algoritmica ha deciso di tornare alla centralità dell’intuizione umana, mentre la Juventus si prepara ad affidare il suo futuro all’approccio matematico dei big data con Damien Comolli. Due filosofie opposte, che stanno tracciando strade divergenti fra due protagoniste del calcio italiano.

Roma, l’algoritmo è già un ricordo

A Trigoria si respira aria nuova e allo stesso tempo antica. Dopo l’arrivo in panchina di Gian Piero Gasperini e il passaggio in società di Claudio Ranieri come Senior Advisor, la Roma ha fatto una scelta netta: accantonare gli algoritmi e affidarsi nuovamente a chi il calcio lo vive e lo legge da bordo campo. Il nuovo corso giallorosso ha segnato una rottura netta con il recente passato, quando la scelta dei calciatori passava anche (e soprattutto) attraverso le analisi elaborate da Retexo, la società guidata da Charles Gold, ex data consultant del club.

Non a caso, Florian Ghisolfi – direttore sportivo che aveva nel metodo analitico il suo marchio di fabbrica – è stato messo alla porta dopo appena un anno dal suo approdo a Trigoria.

E a scegliere il suo successore non sarà Retexo, ma direttamente il tandem Gasperini-Ranieri, forti della fiducia piena dei Friedkin. Un ritorno alla competenza di campo, all’occhio, all’empatia e alla sensibilità calcistica.

Il nome in pole per raccogliere l’eredità della direzione sportiva è Frederic Massara, ex ds di Milan e Tolosa, uomo di calcio profondo conoscitore dei giocatori, più per visione diretta che per numeri e algoritmi. Stimato per la sua capacità di cogliere pregi e difetti dei calciatori dal vivo: identità, empatia e carisma. Caratteristiche che nessun software, per quanto sofisticato, può davvero misurare.

Juventus, Comolli e il culto del dato

A Torino si viaggia nella direzione opposta.

Dopo due stagioni in cui Cristiano Giuntoli ha cercato di modellare la Juventus con il consueto mix di fiuto e competenza, il club bianconero ha deciso di virare con decisione verso il mondo dell’analisi avanzata. Non a caso a Torino è arrivato Damien Comolli, manager francese con un passato al Liverpool, al Tottenham e al Tolosa, in particolare in quest'ultimo club ha lavorato con un modello gestionale basato sull’utilizzo dei big data.

Comolli porta con sé una visione particolare: per lui ogni scelta di mercato deve essere supportata anche da metriche, algoritmi e analisi avanzate. Alla Juventus si preparano quindi a un cambio epocale: dai parametri tecnici e caratteriali valutati da Giuntoli, si passerà a una gestione in stile “Moneyball”, dove tutto viene tradotto in numeri. Velocità media, metri percorsi, xG, percentuali di duelli vinti: tutto sarà oggetto di elaborazione per definire il valore di un calciatore.