La Juventus, dopo soli sei mesi, è di nuovo alle prese con la ricerca di un allenatore. L’avventura di Igor Tudor si è conclusa nella mattinata del 27 ottobre, con l’esonero ufficializzato dopo giorni di indiscrezioni e segnali di crescente tensione all’interno dell’ambiente bianconero. Una decisione che segna l’ennesimo scossone in una stagione iniziata tra ambizioni di rilancio e risultati altalenanti. Ora tocca a Damien Comolli, dirigente chiamato a ridare stabilità e visione al progetto, individuare il profilo giusto per la panchina della Juventus.
Secondo quanto riportato da Paolo Paganini, la ricerca si sta orientando oltre i confini italiani. Il giornalista, tramite X, ha rivelato un dettaglio che apre nuovi scenari: “Perché mi dicono (non solo dal Principato) che Comolli sta guardando all’estero! Qualcuno gli dica che c’è sempre Zidane libero”. Le parole di Paganini lasciano intendere che l’attuale dirigenza bianconera voglia valutare alternative internazionali, forse per dare una svolta più moderna e meno legata alle dinamiche del calcio italiano.
Le parole di Paganini
Nonostante si facciano i nomi di tecnici come Raffaele Palladino, Luciano Spalletti o Roberto Mancini, Paganini stesso ha espresso dubbi sul fatto che il nuovo allenatore sarà un italiano: “Si parla di Spalletti Mancini e Palladino ma siamo proprio sicuri che il prossimo allenatore della Juventus sarà italiano?”.
Una riflessione che riassume l'incertezza di queste ore e che conferma come la Juventus stia vivendo una fase di transizione, non solo tecnica ma anche identitaria.
Dopo l’addio di Tudor, le scelte di Comolli saranno decisive per il futuro del club. La Juventus non può permettersi un altro errore: i tifosi sono delusi, la squadra appare confusa e l’obiettivo minimo di tornare competitivi in Italia e in Europa è sempre più urgente. Il dirigente francese sa che il margine di tolleranza è ormai ridotto e che la prossima decisione potrebbe segnare il suo stesso percorso a Torino.
Il parere di Ravezzani
Nel frattempo, il mondo del calcio commenta con attenzione quanto sta accadendo in casa bianconera.
Tra le voci più autorevoli si è espresso anche Fabio Ravezzani, direttore di Telelombardia, che su X ha scritto parole chiare: “Il punto sull’allenatore Juve non è se esonerarlo o meno. Il punto è con chi sostituirlo”. Una considerazione che mette in luce il nodo principale: non bastava cambiare, serviva farlo con un piano preciso e con la certezza di migliorare.
Ravezzani, come molti osservatori, ritiene dunque che il vero banco di prova per la Juventus sia la scelta del successore di Tudor. L’allenatore che arriverà dovrà ricostruire un gruppo psicologicamente provato, valorizzare i giovani e restituire identità tattica a una squadra smarrita. La speranza del direttore è che questa volta la società imbocchi la direzione giusta: “Comolli avrà finalmente la prima idea giusta?”.
Il quesito resta aperto, ma una cosa è certa: la Juventus non può più permettersi tentativi. Serve una guida forte, credibile e capace di restituire entusiasmo. Comolli è ora chiamato a una scelta che peserà come poche altre nella storia recente del club bianconero.