La crisi del mercato immobiliare nel 2013 si è notevolmente aggravata, lo rivelano i dati Istat di fresca pubblicazione.

Nel 2012 la quotazione delle abitazioni era scesa del 2,8% e nel 2013 il dato statistico risulta raddoppiato andando a toccare il 5,6%. La principale causa del continuo calo di settore è la ridotta domanda d'acquisto, le famiglie non hanno possibilità di comprare una nuova casa. Di conseguenza l'offerta subisce una revisione dei prezzi di mercato andando ad impoverire il valore dell'immobile.

Ciò che desta particolare preoccupazione è il calo di quotazione riguardante le nuove costruzioni, un ribasso del 2,4% che non lascia margine di dubbio a riguardo di un declino di ciò che viene comunemente definito mercato del mattone.

A fronte di tale circostanza le imprese edili si vedono costrette ad abbassare il prezzo dell'immobile per riuscire nella vendita e l'intero panorama edile va inevitabilmente ad interrogarsi su quanto sia conveniente continuare ad investire nella costruzione di nuove strutture.

Per quanto riguarda le vecchie case il dato è ancor più sconvolgente con una flessione del 7,1%. Mettere in vendita una vecchia abitazione non è oggi un'operazione vantaggiosa, la liquidità ottenibile risulterebbe di gran lunga inferiore al valore che si sarebbe potuto ottenere in passato e, si spera, in un imminente futuro, quando il mercato tornerà ad essere stimato con positivi dati percentuali.

Sul fronte pratico delle compravendite la diminuzione è risultata essere del 9,2%, quasi 1 su 10 di flessione rispetto alla precedente annata, un dato statistico che manifesta uno stretto parallelismo con i dati ufficiali relativi alla forte disoccupazione.