Secondo l'Associazione Nazionale delle Aziende per laRistorazione Collettiva (ANGEM), vi è un grave problema di spreco alimentare nel settore ospedaliero: il 40% dei pasti forniti nellestrutture ospedaliere finisce nella spazzatura.

I dati sono forniti dall'Oricon (Osservatorio RistorazioneCollettiva e Nutrizione): l'osservatorio ha condotto una ricerca neiprincipali nosocomi italiani con l'intento di fare una mappaturadegli sprechi più evidenti e per diffondere una nuova concezione delservizio parallelamente ad una diversa concezione della qualità; secondo Ilario Perotto, presidente dell'ANGEM, le cause di talisprechi vanno ricercate nella scarsa varietà dei menù e negli orariin cui vengono serviti i pasti.

Tranne i casi in cui le cure per il paziente richiedono unaparticolare alimentazione, bisognerebbe considerare che per gliospiti degli ospedali una dieta basata soprattutto di brodo, carnelessa e verdura cotta non sempre incontra i loro gusti, incrementandol'abitudine di farsi portare il cibo da casa. Considerando che leaziende di catering fanno i calcoli delle presenze effettive perpreparare i pasti e che non possono sapere se alcuni pazientirifiutano il cibo fornito si evidenzia uno dei motivi degli sprechi.

Altro fattore rilevante è l'orario in cui i pasti vengonoforniti: mediamente alle 11.30 per i pasti e le 19.00 per la cena.Soprattutto nel primo caso spesso i degenti non sono in camera persvolgere esami e accertamenti clinici.

la questione è arrivata sul tavolo del Ministro alla Salute,Beatrice Lorenzin, che ha dichiarato di voler effettuare un serioapprofondimento sul caso considerando anche l'ipotesi di un'eventualeriutilizzo di quanto non consumato a favore di strutture come iBanchi Alimentari.