Era nell'aria, ma ora giungono conferme: il titolo dellanuova enciclica di Papa Francesco sarà Beati pauperes, vale a dire "beati ipoveri". Il riferimento è alle beatitudini che troviamo nel vangelo secondoMatteo: beati i poveri è la prima delle beatitudini.

Il tema della povertà non è certo una novità per papaFrancesco che, anzi, vi insiste fin dai primi momenti del pontificato: è pernon dimenticare mai i poveri che Bergoglio ha assunto il nome di Francesco. Lostesso pontefice ne parlò pochi giorni dopo la sua elezione nel corso dell'udienzacon i rappresentanti dei media di tutto il mondo.

Disse il Papa: "Francesco èper me l'uomo della povertà, l'uomo della pace, l'uomo che ama e custodisce ilcreato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione nontanto buona, no? È l'uomo che ci dà questo spirito di pace, l'uomo povero…". Epoi disse quella frase che ha fatto il giro del mondo: "Ah, come vorrei unaChiesa povera e per i poveri!".

Attenzione per i poveri che papa Francesco non manca disottolineare soprattutto con gesti concreti, come la visita agli immigrati diLampedusa, l'incontro con gli abitanti della favela a Rio de Janeiro e viadicendo.

Beati pauperes non sarà la prima enciclica di papa Francesco,ma in un certo senso lo è. La Lumen fidei, pubblicata lo scorso 5 luglio, è difatto l'enciclica numero uno di Bergoglio ma, per stessa ammissione delpontefice, è una enciclica scritta a quattro mani con il suo predecessore,Joseph Ratzinger.

Possiamo dire che si tratta di un testo di passaggio tra duepontificati, vista la particolarità della situazione con due papi in Vaticano.

Solitamentela prima enciclica di un pontefice regnante è da considerarsi programmatica ditutto il pontificato: nel caso di papa Francesco questa idea di programma sisposterà alla seconda e sottolineerà l'importanza della povertà nella vitadella chiesa e dei cristiani, ma sarà anche esempio di attenzione verso glialtri, come Bergoglio ha fatto nei confronti di Ratzinger.