Mafia sempre nel mirino degli inquirenti. La famosa "piovra" ha tentacoli infiniti e sempre sorprendenti per la capacità di formare ingenti patrimoni dal nulla o quasi. La notizia di oggi giovedì 26 settembre del 2013 è quella di un maxi sequestro di beni, per un valore di circa 40/50 milioni di Euro, che è avvenuto a Barletta. Tale sequestro è stato disposto dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) della zona di Bari.



I beni oggetto dell'indagine, che sarebbero frutto di attività illecite, almeno secondo le ipotesi degli inquirenti, sarebbero riconducibili alla figura di Savino Delvecchio, elemento che è ritenuto vicino al clan mafioso Cannito-Lattanzio, che risulta attivo nell'area di Barletta e nelle zone limitrofe.





Da quanto risulta il Delvecchio avrebbe alcuni precedenti per i delitti di rapina aggravata, estorsione e attività di usura. Nello specifico i classici sigilli sono stati apposti a 28 terreni edificabili, 27 appartamenti e 60 garage, 10 capannoni industriali, un'attività specializzata nello smaltire i rifiuti e ben 16 autoveicoli. Insomma un vero e proprio impero immobiliare, decisamente troppo per non dare nell'occhio in tempi di... redditometro.

Della provenienza di tutte queste ricchezze ora dovrà dare conto alla magistratura ordinaria, che naturalmente (contrariamente a quanto pensa qualche personaggio politico da prima pagina) parte dalla presunzione di non colpevolezza prevista dalla nostra Carta costituzionale.