Il procuratore aggiunto di Milano Ilda Bocassini questa volta si è spinta un po' oltre e dovrà vedersela con il Csm: avrebbe infatti sminuito la professionalità dei colleghi "di provincia" i quali, risentiti, hanno segnalato la caduta di stile al Consiglio Superiore della Magistratura, chiedendo una valutazione su quella "frasi gratuite" e denigratorie pronunciate lo scorso 11 ottobre durante un convegno organizzato a Milano e basato su una ricerca dell'università Bocconi sulla criminalità organizzata. I giudici di Busto Arsizio, che con Cosa Nostra hanno a che fare da tempi immemori, quelle parole non le hanno proprio gradite.

Per la Bocassini "il fatto che non siano mai stati istituiti i tribunali distrettuali rappresenta un problema serio" nell'universo giustizia. Per tribunale distrettuale si intende il rispettivo giudicante della Dda, ossia della procura distrettuale, quella appunto che si occupa di mafia, ndrangheta, camorra, sacra corona unita e via così, fino all'ultimo dei raggruppamenti che abbia uno schema gerarchico e finalità deliquenziali permanenti e comuni.

"Le indagini sono accorpate dalla Dda, mentre il processo viene polverizzato", ha aggiunto la Bocassini e nel caso il concetto non fosse abbastanza chiaro, ha tenuto a precisarlo ulteriormente. "Dobbiamo andare a fare i processi a Pavia, a Como, a Lecco, a Busto Arsizio e a Palmi: non si può dare in mano un processo a giudici di provincia, che, con tutto il rispetto, non sanno nulla di questi argomenti".

Facile immaginare la reazione dei colleghi di Busto Arsizio. che di processi- anche in Corte d'Assise- per reati mafiosi ne hanno celebrati e tutti conclusi con sentenze confermate in Cassazione.

Insomma, quella del procuratore aggiunto Bocassini pare sia stata proprio una "gaffe". E pur ipotizzando che quelle espressioni siano state travisate o comunque espresse con termini inappropriati.

un dato sembra certo: nessuno dei giudici del tribunale di Busto Arsizio -che, sintetizzando all'osso, si sono beccati la patente di incompetenti- finora ha ricevuto un chiarimento od una scusa. In ogni caso la parola su quella "boutade" adesso spetta all'organo di autogoverno della magistratura.