Maidstone - Morto a 19 anni per essere un italiano all'estero. Questa è la tragica fine di un ragazzo giovanissimo, Joele Leotta, trasferitosi in Inghilterra da appena 10 giorni per studiare e lavorare. Leotta era nato a Nibionno, un paese della Lombardia, in provincia di Lecco.
Il nostro connazionale aveva iniziato a lavorare in un ristorante italiano con un suo amico di nome Alex Galbiati. Due bravi ragazzi diremmo noi: studenti e lavoratori, senza grilli per la testa. Concreti e volenterosi. Nel locale alcuni ragazzi del luogo, tutti tra i 21 e i 25 anni, se la sono presa con Joele e Alex perché erano stranieri.
Il fatto è accaduto domenica scorsa, a Maidstone, nel Kent, in Inghilterra, a 50 chilometri da Londra. I ragazzi sono stati accusati di rubare lavoro e casa spettanti di diritto agli inglesi, da quell'accusa è nata una vera e propria lite. E la lite alimentata da cocente odio si è trasformata in aggressione: i ragazzi del Kent si sono introdotti nell'appartamento occupato dai 2 italiani e hanno cominciato a pestarli. Joele è stato picchiato tanto da essere ucciso! Infatti è morto in ospedale, appena lo hanno ricoverato. Alex invece non è morto e grazie al cielo non morirà per la violenza di otto fanatici.
"Non si può ancora parlare di movente razziale, in quanto le indagini per stabilire quanto accaduto sono tutt'ora in corso" è quanto ha dichiarato Richard Allan, portavoce della polizia del Kent.
"Sono in corso le indagini di polizia e siamo in attesa di capire esattamente cosa sia accaduto" ha spiegato Massimiliano Mazzanti, console italiano a Londra.
Voci non confermate pongono dei dubbi sulla nazionalità degli assassini: potrebbero non essere inglesi. Al momento è tutto confuso e taciuto. Quello che è certo è che si tratta di un massacro ai danni di un giovanissimo ragazzo italiano.
La famiglia della vittima si è subito recata in Inghilterra e il consolato italiano si sta occupando di avere informazioni nel più breve tempo possibile.
Claudio Usuelli, sindaco di Nibionno, spiega che "fonti qualificate" lo hanno informato dell'aggressione: "Hanno sfondato la porta della loro camera, urlando: italiani di m..., ci rubate il lavoro". I delinquenti sono in stato di fermo.