Quando stanotte, primo marzo, intorno alle due ho tirato fuori il telefono dalla tasca nel frastuono di una discoteca, il tempo si è fermato. Ero solo, anche se intorno a me si faceva fatica a muoversi, il suono della musica assordante non arrivava più alle mie orecchie, la mia mente ha subito fatto una corsa rapidissima di 800 km fino ad Avellino, fin da Gabriele.
Ho aspettato un paio di secondi ancora, prima di rispondere. Ho sperato che fosse partita la chiamata per sbaglio, ma già sapevo cosa volevano dirmi. Rispondo. Gabriele aveva smesso di lottare col male incurabile che l'aveva colpito.
Ogni giorno Gabriele era una presenza fissa di Corso Vittorio Emanuele di Avellino. Ogni domenica, quando veniva a pranzo a casa, gli chiedevo sempre cosa avesse fatto il giorno prima. Sì, perché lui usciva da solo, ma solo, in mezzo alla strada, non ti capitava quasi mai di vederlo. Avellino si è risvegliata senza la sua costante presenza, senza uno dei suoi figli più veraci. In centinaia si sono avvicendati all'Ospedale Moscati per rivederlo un'ultima volta.
Ho fatto fatica a scrivere queste poche righe e forse ho pianto anche troppo per i gusti di Gabriele. Sì, perché Gabriele era sempre pronto a rassicurarti col suo sorriso. Così ieri, dopo quella telefonata, mi sono messo un po' da parte fuori dalla discoteca, 5 minuti da solo.
Poi ho guardato in alto, verso il cielo, e ho pensato che Gabriele, persona geniale e sempre fuori dagli schemi, avrebbe voluto che continuassi a divertirmi e a sorridere. Gabriele non lo vedevi mai triste, al massimo pensieroso. Gabriele ha vissuto la sua vita tenendo come linea guida il sorriso. Così ho sorriso e ho preso un drink anche per te, che ormai non potevi più toccare l'alcool, ma che tanto ti piaceva.
Ho ripensato all'ultimo bicchiere di vino preso insieme, ho ripensato all'ultima volta che ti ho stretto la mano forte, domenica scorsa, ho ripensato all'ultimo bacio che ti ho dato e a quello che ti ho lanciato uscendo dalla porta della tua stanza d'ospedale e ho ricominciato a ballare anche per te. E tu hai ballato insieme a me e continuerai a farlo, così come continuerai a vegliare sul Corso di Avellino, che stamattina si è risvegliata un po' più sola.
Ciao zio, 'Ci verimmo'.