Per la sua prima apparizione pubblica dopo la caduta e la fuga, il presidente ucraino decaduto Viktor Ianoukovitch ha tenuto una conferenza stampa venerdì 28 febbraio a Rostov sul Don, città del Sud della Russia vicina alla frontiera con l'Ucraina.

Parlando in russo, ha esordito dicendo di non essere stato "rovesciato" ma di essere stato obbligato a lasciare il suo Paese in seguito a minacce subite, spiegando che avrebbe "proseguito nella lotta per difendere il futuro dell'Ucraina". Egli ha in particolare promesso di ritornarvi non appena la sua incolumità sarà assicurata.

"Lo ripeto, sono io il legittimo presidente dell'Ucraina, sono stato eletto con libere elezioni", ha rimarcato. Ed ha tuttavia precisato di non voler partecipare alle presidenziali anticipate del prossimo 25 maggio, che giudica "illegali".

E alle domande riguardanti la situazione in Crimea, Ianoukovitch ha risposto che gli attuali avvenimenti sarebbero una reazione naturale a una usurpazione di potere. Come riporta il giornale francese "Le Monde", l'ex presidente ucraino ha sostenuto che quella usurpazione è stata messa in atto da un gruppuscolo di radicali che non rappresentano i quarantasei milioni di ucraini. In tali condizioni, gli abitanti della Crimea non si riconoscerebbero. La conseguenza di questo fatto sarebbe la formazione di brigate di autodifesa.

"È una reazione spontanea delle persone per difendere le loro famiglie, la loro città. Molti abitanti della Crimea mi ascoltano. Chiedo loro di evitare spargimenti di sangue e conflitti interetnici. Sono convinto che la Crimea debba restare parte dell'Ucraina ma garantendosi una più ampia autonomia" ha concluso Ianoukovitch.