La Montedison, una delle più grandi industrie chimiche presenti in Italia, è situata a Bussi sul Tirino, un paesino nella provincia di Pescara. Definita ''la discarica tossica più grande d'Europa'', per oltre trent'anni ha contribuito a far entrare in case (700 mila persone), scuole e ospedali acqua altamente contaminata da sostanze di accertata tossicità.
I rifiuti venivano scaricati direttamente nel fiume Tirino e i 25 ettari del polo chimico di Bussi sul Tirino si sono trasformati in una vera e propria bomba chimica. La dichiarazione di alcuni enti è stata che le sostanze contenute nelle discariche abusive arrivano a 3 milioni di volte oltre i limiti di legge consentiti per il cloroformio, e altre decine di migliaia di volte per altre sostanze tossiche come mercurio, cloruro di vinile e esacloroetano.
L'appunto di un dirigente a giudizio alla società incaricata delle analisi è stato "Non spaventiamo chi non sa...". Non poteva mancare un'inchiesta penale e 33 persone sono state sottoposte ad indagine per vari reati tra cui disastro doloso.
Sono diciannove i dirigenti e funzionari della Montedison accusati per avvelenamento delle acque e come già detto per disastro doloso. La notizia scandalosa è che i risultati dei test venivano alterati. La Montedison Ausiliari (Ausimont) nascondeva o modificava i dati sul tasso di inquinamento del polo chimico di Bussi sul Tirino, provocando un vero disastro ambientale. Il dato sulla media dei tumori mette i brividi, nel paese il 70% di tumori in più della media regionale.
Alla fine dell'inchiesta il problema non se ne andrà, non si riesce a trovare un rimedio per evitare ulteriori infiltrazioni nelle falde acquifere e il costi per la bonifica sono elevati, circa 150 milioni di euro.