L'Ucraina, per definizione ''Terra di frontiera'', è stata per secoli e secoli teatro di guerre e di scontri fra gruppi etnici diversi. Il suo territorio è stato occupato di volta in volta da popoli asiatici o di ceppo turco-tataro, da Lituani, Austriaci, Polacchi e infine dai Russi.

Le sue regioni più a ovest fino alla Seconda Guerra Mondiale facevano parte della Polonia, dell'Ungheria, della Cecoslovacchia e della Romania. Ma è stato proprio durante il secondo conflitto mondiale che l'Ucraina ha sofferto il momento peggiore della sua storia quando le truppe tedesche, coadiuvate da quelle italiane facenti parte del CSIR (Corpo di spedizione italiano in Russia) prima e dell'ARMIR (Armata italiana in Russia) poi, la percorsero in lungo e in largo procurando danni indicibili alla popolazione e al territorio per raggiungere e conquistare Stalingrado, ultimo baluardo dei Russi a difesa dei ricchi giacimenti di petrolio nella zona del Caucaso. Sappiamo tutti come andò a finire, ma la tanto agognata pace, a guerra finita, si trasformò nel ''Terrore'' avviato da Stalin che fece deportare in Asia centrale una consistente parte della popolazione con lo scopo di operare una drastica ''Russificazione'' dell'Ucraina.

Nel 1954 accadde però qualcosa di inverosimile. Nikita Krusciov regalò all'Ucraina la regione autonoma di Crimea come ringraziamento per la sua fedeltà all'URSS, tralasciando riferimenti alla città di Sebastopoli che, pertanto, rimase negli anni a seguire la base della flotta russa di stanza nel Mar Nero.

E' di questi giorni però la notizia che in Crimea si è accesa una violenta rivolta. Gruppi di miliziani filo-russi sono penetrati armati nella sede del governo regionale a Simferopoli, capoluogo della Repubblica, e issato la bandiera russa, dichiarando di non essere separatisti ma di voler soltanto difendere l'ordine e le loro famiglie. Non vogliono vivere la triste condizione di Kiev, la capitale, che si è venuta a creare dopo la deposizione e la fuga di Yanukovich, che si dichiara ancora il capo dello Stato. La sensazione è che Mosca voglia riappropriarsi dello sbocco sul Mar Nero che fu suo.

Putin da un lato lascia presagire nefasti interventi militari a difesa dei diritti fondamentali dei Russi di Crimea, che rappresentano il 58,5% dell'intera popolazione; dall'altro fa seguire smentite nel giro di poche ore. In realtà mira alla secessione. Gli USA e l'UE lo hanno capito perfettamente e, per tenere a bada Mosca, minacciano provvedimenti economici e misure diplomatiche per isolarla. La Merkel, in tono perentorio, dichiara che Putin ha perso ogni contatto con la realtà (in pratica che è un pazzo) e si dice estremamente irritata per il suo comportamento.