Una vera e propria esecuzione sommaria quella avvenuta nel pomeriggio di sabato 24 maggio all'interno del museo ebraico di Bruxelles. Un uomo, arrivato a bordo di un'Audi scura, ha parcheggiato nei pressi dell'edificio, poi è sceso dalla macchina, ha appoggiato a terra due sacche e ha cominciato a sparare. I colpi hanno ucciso tre persone, mentre un'altra è rimasta gravemente ferita. Due vittime erano israeliane.

Le istituzioni parlano di un vero e proprio attentato a scopo antisemita, che richiama alla mente quello che avvenne a Tolosa nel 2012 quando un uomo aprì il fuoco su una scuola ebraica. Pare che le vittime siano due donne e un uomo, mentre non si riesce ancora a capire se la quarta persona sia deceduta o stia ancora lottando tra la vita e la morte. Il sindaco di Bruxelles non usa mezzi termini nel definire l'episodio come "un atto terroristico".

Grazie alla preziosa collaborazione dei testimoni, uno dei quali ha anche segnato la targa dell'auto con la quale l'attentatore è fuggito insieme a un complice, la polizia belga, poche ore dopo l'attentato, ha fermato un uomo. Al momento non si sa ancora se sia coinvolto nella sparatoria, anche se dalla Procura hanno voluto subito chiarire che "non viene ascoltato come testimone", dunque potrebbe essere la pista giusta per arrivare a colui che ha aperto il fuoco all'interno del museo ebraico. Nel frattempo, le autorità, in segno di lutto, hanno sospeso il festival musicale "Bruxelles Jazz Marathon" che avrebbe dovuto svolgersi proprio nelle vicinanze del luogo in cui è avvenuto il tragico episodio.

Sotto shock il ministro degli Esteri belga, Didier Reynders, che al momento della sparatoria si trovava in un quartiere limitrofo e, tramite Twitter, ha voluto sottolineare la sua vicinanza alle famiglie delle vittime. Anche l'Italia, nella persona del Premier Matteo Renzi, ha voluto esprimere il suo cordoglio inviando un messaggio al collega Elio Di Rupo, nel quale ha evidenziato la gravità di un atto avvenuto nel cuore dell'Europa e proprio in un periodo molto delicato in cui i vari Paesi dell'Ue stanno collaborando per un "progetto comune".