A tre giorni dalla morte della giovane donna romena, Andrea Cristina Zamfir, 26 anni, uccisa e crocifissa sotto un cavalcavia alla periferia di Firenze, prende corpo la pista del maniaco seriale. La vittima si prostituiva in maniera autonoma a Firenze, non faceva parte di nessuna organizzazione, non aveva precedenti penali, se non quelli legati all'immigrazione, probabilmente aveva avuto problemi di droga. Viveva con il compagno romeno e la figlia a Sesto Fiorentino, mentre i suoi genitori vivono in Romania.

Gli investigatori seguono la pista del maniaco seriale, alimentata anche da testimonianze di prostitute della zona che sono state maltrattate e seviziate da un uomo che descrivono "italiano, tra i 50 e i 60 anni, grasso e con pochi capelli" .

L'uomo, di cui ancora non si conosce l'identità, avrebbe seviziato e legato prostitute almeno sette volte in otto anni nella zona compresa tra Prato e Firenze. Le ultime testimonianze lo descrivono come "un uomo tranquillo all'apparenza, che diventava subito violento e legava le braccia davanti al viso, facendo stare la vittima in piedi".

Il primo caso risalirebbe al 2006 e l'ultimo al 2013. La modalità era sempre la stessa: le legava con del nastro adesivo e le seviziava sempre nello stesso luogo, il comune di Calenzano. Nella notte è avvenuta una perquisizione nella casa di un uomo che fu coinvolto nelle indagini su un caso simile del 2013, ma le ricerche hanno dato esito negativo.

Gli inquirenti stanno indagando anche sul materiale usato per legare la Zamfir: del nastro da pacchi appartenente all'Azienda ospedaliera universitaria di Careggi.

Lo scotch era stato usato per lo stesso fine in episodi precedenti. I vestiti rinvenuti poco lontano dalla vittima apparterrebbero alla donna. Oggi potrebbe svolgersi l'autopsia.

Si stanno ricostruendo anche le ultime ore della Zamfir, per capire chi sono le ultime persone con cui è stata domenica.