Un lunghissimo articolo di Neil MacFarQuhar sul "The New York Times" di ieri (12/05/2014) analizza a 360 gradi la situazione politica dei protagonisti della crisi ucraina all'indomani del temuto referendum, che ha dato risultati che tutto sommato sembrerebbero apprezzabili per i Russi. Tuttavia né PutinLavrov hanno intenzione di precipitare le cose. Nonostante tutte le apparenze, l'impressione degli esperti è che Putin voglia prendere tempo e fare in modo che gli eventi in Ucraina non precipitino. Insomma, Putin sembra voglia "temporeggiare".

Al contrario di quanto scriveva qualche anno fa A. Riscassi ("Bandiera arancione la trionferà: le rivoluzioni liberali nell'Est europeo", Melampo, 2007, p. 212), secondo il quale Putin gli sembrava tutto tranne che un "Cincinnato", stavolta forse la storia romana ha acquisito un nuovo estimatore in Russia, perché Putin tutto sembra volere ma non legarsi mani e piedi a una crisi ucraina che potrebbe diventare ingestibile.

Infatti, Neil MacFarQuhar osserva acutamente che "il governo russo non ha ancora dichiarato di aver riconosciuto i risultati delle votazioni, che le autorità di Kiev e tutti i loro sostenitori occidentali hanno definito illegali sin dall'inizio. La Russia, al contrario, avrebbe, secondo Mosca, una posizione simile a quella dell'Unione Europea, e starebbe intensificando gli sforzi per trovare una soluzione diplomatica della crisi in Ucraina, anche per consentire pacifiche elezioni presidenziali , previste per il 25 maggio".

Sergey V. Lavrov, ministro degli esteri russo, si muove infatti molto cautamente, affermando che "sono imminenti ulteriori colloqui tra Russia, Stati Uniti, l'Unione europea e Kiev su come uscire dalla crisi, che deve essere negoziata ora anche dagli ucraini stessi". Il tutto mentre l'intera diplomazia europea è in fibrillazione.

Il Ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier sarà a Kiev e poi a Parigi martedì prossimo, mentre il Presidente svizzero Didier Burkhalter, che ha incontrato Putin la scorsa settimana, ha dichiarato che i ministri degli esteri dell'Unione Europea si riuniranno a Bruxelles probabilmente lunedì per definire una "road map" destinata a portare ad una risoluzione pacifica della crisi ucraina.

Sta di fatto che Putin sembra ben lungi dallo spingersi ad inimicarsi tutto il mondo sostenendo gli "annessionisti". Putin e Lavrov pensano più che altro a una federalizzazione , e comunque essenzialmente a mantenere l'Ucraina dentro l'orbita russa, senza cioè che ci sia un eccessivo spostamento verso l'Europa.

"Il signor Putin -scrive Neil MacFarQuhar- ha ammorbidito le sue posizioni, e ora vede le elezioni del 25 maggio prossimo come una possibilità per l'Ucraina di ricominciare con una nuova leadership politica, che potrebbe usare il suo mandato per dar vita ad un compromesso tra le esigenze delle diverse regioni".

In conclusione, a Putin conviene indossare i panni del Temporeggiatore, e aspettare che si instauri un governo di compromesso in Ucraina, che gli permetta di mantenere, quasi senza colpo ferire, il Paese dentro l'orbita russa: ciò che forse è sempre stato il suo obiettivo principale.