L'Iraq è tornato ad essere una polveriera. In poche settimane i jihadisti sunniti dell'Isis (sigla inglese traducibile in Stato islamico dell'Iraq e della Siria) o Isil (Stato islamico dell'Iraq e del Levante), gruppo fuoriuscito da Al Qaeda, sono avanzati conquistando varie città sotto la guida di Abu Bakr Al Baghdadi. Il terrorista ribattezzato il nuovo Osama Bin Laden. Adesso i miliziani dell'Isis sono pronti alla marcia su Baghdad, sede del governo guidato dallo sciita al-Maliki.

Cosa sta succedendo in Iraq dall'inizio del 2014

L'inizio del 2014 è stato difficilissimo per l'Iraq: i combattenti islamici hanno conquistato la provincia occidentale di Anbar, dove si trovano le città di Ramadi e Fallujah.

In particolare quest'ultima è stata la roccaforte da cui è partite l'offensiva, culminata nella scorsa settimana con la conquista, a nord, di Mosul, la seconda città più importante del Paese.

Dopo poche ore è stata "presa" anche Tikrit, città natia dell'ex rais iracheno Saddam Hussein. Il prossimo obiettivo è Samarra, poi c'è la capitale Baghdad. Ma sopratutto in ballo c'è Kerbala, città santa degli sciiti, che potrebbe finire nella mani degli estremisti sunniti comandati da al Baghdadi.

L'esercito iracheno in difficoltà e il sostegno dell'Iran

Il premier al-Maliki ha dichiarato lo stato di emergenza per fronteggiare l'avanzata dell'Isis, chiedendo aiuto anche ai civili a cui sono state date delle armi.

Tuttavia, l'esercito iracheno appare troppo in difficoltà per tentare una controffensiva.

Così dall'Iran sciita, che appoggia quindi il governo, potrebbe arrivare un sostegno ai militari che tante volte hanno dichiarato la resa a inizio combattimento. Il presidente iraniano Rouhani ha detto di non poter assistere alle violenze, senza reazione.

Parole che possono preludere a un intervento.

La Cnn ha rivelato che il gruppo Isis non è più affiliato di Al Qaeda. Il leader Abu Bakr al Baghdadi, infatti, aveva chiesto lo scorso anno ad Ayman al Zawahiri, erede di Bin Laden, di inglobare nella sua organizzazione il Fronte al Nusra, altro gruppo terrorista attivo per lo più in Siria. Il numero uno di Al Qaeda ha rifiutato l'operazione, "scomunicando" lo Stato islamico dell'Iraq e del Lavante, che comunque ha proseguito la sua battaglia e ora punta alla marcia su Baghdad.