La potenza della preghiera: è ad essa che Papa Francesco si affida per rilanciare il processo di pace nel tormentato Medio Oriente. Il Pontefice 'che non smette mai di stupire' ha ribadito con un tweet il perché dell'invito rivolto ai presidenti di Israele e Palestina durante il suo recente viaggio in Terra Santa: 'La preghiera può tutto. Utilizziamola per portare pace al Medio Oriente e al mondo intero. #weprayforpeace'. 

Un altro evento di portata storica quello di oggi, che avrà luogo nei Giardini Vaticani alle ore 19,00 e che, in questo giorno di Pentecoste, diverrà sicuramente emblema di una 'Chiesa che sorprende e scompiglia', 'una Chiesa che non si rassegna ad essere innocua, elemento decorativo'.

Un momento, dunque, in cui verrà innalzata al cielo una comune invocazione di pace, un inedito 'vertice di preghiera' in cui si uniranno a Papa Francesco le voci del presidente israeliano Shimon Peres e di quello palestinese Abu Mazen. Ci sarà anche il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I

Un luogo neutro, la 'casa' di Papa Francesco che, grazie alla forza della preghiera, diventerà, anche se solo per un giorno, la casa di Israeliani e Palestinesi, Ebrei, Cristiani e Musulmani. L'incontro si svilupperà in tre tempi, ognuno dei quali dedicato alla preghiera di una delle tre comunità religiose (Ebraica, Cristiana e Musulmana) e sarà diviso in tre parti: lode a Dio, richiesta di perdono per ogni divisione, invocazione per la pace in Terra Santa. La preghiera, quindi, sarà oggi il collante capace di rimettere insieme un mosaico di fedi e popolazioni. Prima della politica. Oltre la politica.