Dopo le indagini svolte dai Nas di Parma, ben quattro persone sono state poste agli arresti domiciliari per reato in associazione a delinquere con il fine di falso in atto pubblico, alla commercializzazione di sostanze alimentare nocive e per tentata truffa aggravata per la ricezione di erogazione pubblica per il latte di qualità.

La svolta delle indagini

I quattro arrestati falsificavano periodicamente e senza sosta i valori dell'aflatossina M1, una sostanza pericolosissima per la Salute degli uomini. La sostanza è stata registrata e destinata al latte per la produzione del Parmigiano Reggiano.

I carabinieri hanno posto i sigilli per il sequestro di tutte le forme che erano già in stagionatura per un totale di 2402 forme di formaggio che ora sono ferme in tredici caseifici a Parma e verranno ormai distrutte. In totale ci sono altri 63 indagati ma tra i quattro nomi già catturati e posti ai domiciliari appare il nome di Sandro Sandri ossia il direttore del centro servizi per l'agroalimentare certificato e accreditato a livello nazionale. Ci sono poi i nomi di due titolari di un'azienda di Montechiarugolo che ha messo in circolo il latte infetto. L'ultimo nome invece è quello del presidente del caseificio Margherita di Santa Maria del Piano.

La causa dell'aumento di aflatossina

Le indagini vanno avanti da dieci mesi: sono partite infatti a novembre del 2013.

E' emerso che i quattro arrestati avrebbero non solo falsificato i risultati delle analisi ma per legge avrebbero dovuto avvisare l'Ausl degli aumenti del limite di aflatossine, in alcuni casi anche doppio. La presenza di questo composto sarebbe aumentata a causa della siccità che ha colpito il mais facendo crescere il fungo nel mangime per le mucche ed entrando così nel circolo alimentare.