Ahmad Mobid Abdel Karim non ha dubbi: gli scafisti commettono peccato nel trafficare in vite umane e la loro pena "sarà in proporzione al male arrecato".

Le parole dell'esponente del Comitato dei grandi ulema di al-Azhar possono apparire moderate, specie per degli occidentali che associano il peccato al perdono, ma l'università di al-Azhar, "la Luminosa", fondata al Cairo più di mille anni fa, è il più prestigioso centro culturale e religioso sunnita di tutto l'Islam e i suoi editti, "fatwa", hanno un peso impossibile da ignorare.

La funzione del rinomato centro di studi è proprio la promozione della cultura islamica, compito che assolve dirimendo questioni e dispute che vengono proposte da tutto l'Islam Sunnita e sancendo quale sia il corretto comportamento per il fedele musulmano.

Le recenti morti che hanno insanguinato il Mediterraneo hanno posto prepotentemente all'attenzione degli ulema il problema sulla corretta condotta da osservare nei confronti dei migranti disperati.

L'esame della situazione è stato portato a termine anche dal punto di vista legale (l'università di al-Azhar dispone anche di una facoltà di giurisprudenza), rilevando che "emigrare per le vie clandestine è punito, tanto in Egitto quanto all'estero, e chi lo fa commette errore, anche se muore in mare".

Dal punto di vista religioso Abdel Karim, pur concedendo generiche attenuanti a quanti vengono ingannati, è stato categorico: sfruttare l'immigrazione clandestina a proprio vantaggio "è un modo di ingannare le persone e quindi è un peccato", chi fa da mediatore "è nel peccato e nell'errore" e ha sancito che "chiunque spinga con l'inganno altre persone a emigrare clandestinamente, soprattutto durante il Ramadan, ponga fine a questa attività".